Martedì 5 febbraio u.s. ho avuto la possibilità di seguire la presentazione delle linee-guida sulla Scuola, che il Partito Democratico ha disegnato ed i quotidiani hanno ripreso nei giorni successivi. Sono otto i punti analizzati ed intendo sottoporli alla vostra attenzione per fare una riflessione comune, stante la centralità della Scuola per la crescita culturale, economica e sociale anche della ns. Comunità, e potendo a livello isolano i vari attori della Scuola incidere su alcuni di questi punti.
- AUTONOMIA, UN PERCORSO DA COMPLETARE – Stop alla “frammentazione” del governo della scuola (ministero dell’Istruzione, Economia, Regioni, Provincie, Comuni, etc.). La strada da percorrere è quella di realizzare pienamente l’autonomia delle singole scuole in campo didattico, finanziario, amministrativo e gestionale, rafforzando al contempo la verifica dei risultati dal parte del centro. Il centro rinuncia ai compiti di autorizzazione amministrativa a priori, ma mantiene il ruolo di valutatore a posteriori.
- NIDI, VERSO 33% COPERTURA DOMANDA – In Italia serve un nuovo piano pluriennale per estendere la rete di asili nido e raggiungere l’obiettivo del 33% di copertura dei posti richiesto dall’Europa
- PRIMARIA, IL RITORNO DELLE COMPRESENZE – Rimettere in vetrina “i gioielli di famiglia del sistema scolastico italiano: tempo pieno e modulo a 30 ore con le compresenze“. E alle medie va “allungato il tempo scuola anche per contrastare l’abbandono scolastico. Servono insegnanti specializzati per adolescenza e preadolescenza”.
- DISPERSIONE DA DIMEZZARE – Bisogna dimezzare la dispersione. La sfida che si troverà di fronte il nuovo governo è quella di abbattere, in solo sette anni, il 18% di dispersione, (la media europea è del 13%). Il punto di sofferenza è lo snodo che va dagli 11 ai 16 anni, che coincide con il passaggio dalla preadolescenza all’adolescenza. E’ qui che si registra il tasso più alto di dispersione scolastica, con punte del 30%”. Quali soluzioni mettere in campo? “L’allungamento del tempo scuola è il miglior antidoto alle disuguaglianze scolastiche legate all’origine sociale”. Ma servono risorse: “L’estensione del tempo scuola comporta sicuramente oneri aggiuntivi, ma nettamente inferiori al guadagno potenziale per il Paese che ne deriverebbe”. Servono anche docenti specializzati per questa fascia di età. Alle superiori serve “un biennio unitario affinché la scelta non sia fatta in fretta in terza media, ma maturi dopo i primi due anni della secondaria di secondo grado”. Va poi rafforzato il sistema della formazione tecnica e professionale.
- L’ISTITUTO DI VALUTAZIONE E RICERCA EDUCATIVA – Valutazione sì, ma come strumento di lavoro, non per punire.
- INSEGNANTI, OBIETTIVO PRECARIETA’ ZERO – Serve un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per eliminare la precarietà dalla scuola e offrire la necessaria continuità didattica agli studenti. Occorre “un nuovo sistema che leghi la formazione iniziale al reclutamento selezionando tramite concorso i migliori laureati per l’accesso alla formazione iniziale, secondo numeri programmati al fabbisogno”. Seguono un anno di prova attraverso il tirocinio, supplenze brevi e la firma del contratto a tempo indeterminato. “Con il prossimo contratto nazionale di lavoro, vorremmo consentire agli insegnanti di scegliere fra due opzioni – la prima è quella attuale di 18 ore settimanali di lezione; la seconda è un orario per cui le attività svolte oggi a casa, come la correzione dei compiti, la ricerca didattica, vengono svolte direttamente a scuola nel pomeriggio. Chi sceglie la seconda opzione dovrà essere retribuito maggiormente, avvicinandosi ai migliori livelli europei, e dovrà avere accesso esclusivo agli sviluppi di carriera, come le funzioni obiettivo o la posizione di dirigente scolastico”.
- LA SCUOLA DIGITALE – Sì alla tecnologia a scuola. Garantendo, però, “l’accesso a Internet nelle scuole (fibra per tutti gli edifici scolastici), copertura Wi-fi, dotazione per insegnanti e alunni del materiale tecnologico anche in comodato gratuito per le attività di didattica in piccoli gruppi“.
- EDILIZIA, SERVE UN PIANO – E’ “urgente un piano straordinario per l’edilizia scolastica. Oggi il 64% delle scuole non rispetta le norme di sicurezza”. per attuarlo bisogna “allentare il patto di stabilità interno per quegli enti locali che investono nella ristrutturazione o nella edificazione di nuove scuole. Rifinanziare la legge del centro-sinistra che permetteva un’accorta pianificazione degli interventi di concerto con gli enti locali. Offrire ai cittadini e alle cittadine la possibilità di destinare l’8 x mille dello Stato, in modo mirato all’edilizia scolastica“.
Procida, 18 febbraio 2013
Giovanni Villani
giovanni.villani@tcc.telecomitalia.it
Per fare
un commento più articolato non è questo il posto giusto,ci sarebbe da scrivere molto.
posso solo fare qualche considerazioni: leggendo questi punti programmatici,tolti un paio che ,più o meno,potrei condividere,come il punto sul piano edilizio,penso che quasi tutti gli altri sono da buttare nella spazzatura,sono,a mio parere,il contrario di quella che una scuola moderna dovrebbe essere,cioè una scuola meritocratica,snella, funzionale, con meno burocrazia,meno personale,senza sprechi,selettiva,etc,etc…
Insomma io penso che la riforma Gelmini,che è stata anche una buona legge,però, a mio parere, ha avuto il difetto di essere stata troppo blanda nei tagli e nei sprechi: poteva fare di più.