Il tetrapak è un materiale termoaccoppiato (non separabile manualmente) di Carta, Alluminio e Plastica fuse insieme.
Troppo energivoro nella produzione e troppo energivoro nello smaltimento. “Riciclarlo” serve solo a Tetrapak per ottenere tre sottoprodotti (a marchio…) per fare pubblicità che loro “proteggono la bontà, e l’ambiente”.
Questo “riciclaggio”, serve a Tetrapak per fare greenwashing e dare ai bambini, che visitano incontri come Ecomondo,
i loro sottoprodotti energivori tipo “marelene” (una sottospecie di carta).
Proteggono solo i propri interessi. Il tetrapak è un materiale da anni 70 pensato per l’usa&getta, che va tolto dal commercio e Riprogettato. Non ce lo possiamo (più?) permettere, in Germania col “dual system” pagano tasse molto più alte rispetto a imballaggi monomateriale, facilmente riciclabili. In Italia invece è un materiale perfetto per i cancrovalorizzatori.
Roberto Pirani
www.buonsenso.info
A partire da lunedì 12 novembre 2007, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha attivato uno speciale numero verde gratuito (800166661) per i consumatori che volessero segnalare presunti casi di pratiche commerciali scorrette, pubblicità ingannevole e occulta.
(in alcuni Comuni che praticano il porta a porta, vengono fatti conferire insieme a plastica vetro, oppure insieme alla carta
contaminandoli (con la presenza stessa che richiede una separazione ulteriore in impianti) e contaminando i materiali facilmente riciclabili coi residui di liquidi, se ogni cittadino non è molto attento e informato.
Chiediamo che il gestore del porta a porta sconsigli sempre l’acquisto del tetrapak, e se proprio lo si acquista, lo si conferisca nel bidone del “secco residuo” come merita.
In questo modo si può premere sull’azienda perchè riprogetti questo contenitore, e lo renda davvero facilmente riciclabile, oppure faccia (almeno) come tutti gli altri: o vetro, o plastica, o alluminio.
Meglio ancora il vetro a rendere. Siamo nel 2008, il petrolio sta finendo. Non siamo nel 1970.