Michele Romano 1
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La società procidana verso l’abisso della passività della rassegnazione?

michele romanodi Michele Romano

Da un po’ di tempo mi assale una percezione preoccupante che investe la società procidana cioè che una sindrome autistica sta delineando sia i profili istituzionali e politici sia le relazioni sociali, familiari e interpersonali. Tanti accadimenti conducono alla luce del sole tale atteggiamento che, purtroppo, nei nascondigli delle mura domestiche, sta assumendo aspetti più che allarmanti. In tale senso, ne metterei in risalto due: la chiusura per tre giorni della scuola primaria e, quello più complesso, della preparazione della politica locale alle elezioni comunali della primavera 2015. Per quanto riguarda la scuola, bisogna dire che, per alcuni giorni a Procida, lo spettro del topo ha sostituito quello del comunismo di marxiana memoria, in cui ciascuno a partire dal Sindaco, agli operatori scolastici e sanitari, ai genitori costruiva la propria narrazione individuale non curanti di quale messaggio educativo trasmettono ai bambini per il loro prossimo futuro. Il medesimo clima si respira, in modo più ampio e nocivo, nell’ambito politico, dove tutti i soggetti che si apprestano ad essere protagonisti della vicenda elettorale, chi in modo più rilevante chi meno, pongono, al centro di essa, la propria autoreferenzialità come problematica essenziale del futuro dell’isola tralasciando questioni rilevanti di un tessuto che presenta forti criticità e precarietà quali l’assistenza socio-sanitaria, il dissesto ambientale, il degrado della vivibilità e di altri servizi. L’auspico è che qualcuno riesca con forza a smantellare tale configurazione ed offra una solida motivazione per andare a votare un progetto di concreto cambiamento di cui la “polis micaelica” ha urgentemente bisogno. Se ciò non dovesse verificarsi avverrà quello che Nietzsche, nel lontano 1887, esprimeva: “il nichilismo, come il più importante degli ospiti, è alle porte, fuori l’uscio d’ogni casa, spazzando via motivazioni, speranze, fiducia in se stesso e negli altri ed incamminandosi verso l’abisso della passività della rassegnazione”. E qui l’ultimo slancio vitale si trova nelle mani dei giovani ai quali il vantaggio biologico offre la possibilità che le loro energie fantastiche, accompagnate da una discreta forza d’animo, non vengano divorate dal morbo della rassegnazione.

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Un commento

  1. Ma di quale ” polis mikaelica ”

    parli ,Michele,qui non esiste e non è mai esistita; esiste ,magari,un individualismo e un egoismo esagerato,questo si.

    Io lo chiamerei ,semplicemente,e volgarmente” pagnottismo… mikaelico “,e nulla di più.

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