Il 5 aprile scorso sull’isola di Graziella, in un terreno nei pressi della località Pizzaco, è stato trovato un raro esemplare maschio di tarabuso; da qui è stato trasferito, tramite la guardia LIPU Davide Zeccolella, al Centro Recupero Animali Selvatici che ha sede a Napoli. Al CRAS, dopo un’attenta visita, hanno riscontrato solo segni di stanchezza. Il giorno dopo è stato liberato in un canneto del salernitano e da lì sarebbe andato via appena avrebbe riacquisito le forze per farlo.
“Il Tarabuso – ci dice il dott. Costantino D’Antonio, delegato LIPU Procida e Vivara – noto con il nome scientifico Botaurus stellaris, è un uccello appartenente alla famiglia degli Ardeidi, per intenderci quella degli Aironi; infatti, si tratta di un airone di colore marrone-camoscio, un po’ più piccolo dell’Airone cinerino, ma più robusto e compatto. É abbastanza schivo come animale ed è difficile vederlo in volo. La sua presenza viene notata dagli ornitologi grazie al caratteristico canto del maschio, udibile anche a cinque chilometri di distanza. Nel quinquennio 2010-2014, è stata osservata la nidificazione certa in Italia in sole tre località: una in provincia di Siracusa (2011) e due in provincia di Vercelli (dal 2010 ad oggi). Probabilmente – conclude il dott. D’Antonio – esistono anche altre aree di nidificazione in Italia, concentrate soprattutto nelle aree umide della pianura padana con presenza di canneti. Singolare il suo comportamento: quando si sente in pericolo adotta una posizione mimetica con il becco all’insù, tra le canne, quasi come se volesse imitarle.”