Mobilità e divieti, si riaccende la discussione

PROCIDA – Così Come ogni anno, da oramai oltre un trentennio, quando le belle giornate iniziano ad avere il sopravvento su quelle triste ed uggiose, ogni amministrazione comunale tenta di dare maggior ordine e disciplina alla circolazione veicolare, e conseguente vivibilità, su di un territorio ristretto, appena tre chilometri quadrati, e con oltre 10.000 residenti, quindi densamente abitato, a cui si sommano le miglia di turisti che saltuariamente, o per lunghi periodi, scelgono di trascorrere qualche momento di relax. Dopo gli ultimi e recenti provvedimenti contenuti in una apposita ordinanza dal Sindaco Dino Ambrosino abbiamo ascoltato l’opinione di Antonio Bevere, commerciante di lunga data ed attuale responsabile settore commercio e turismo della locale Forza Italia.

Questione traffico e divieti di circolazione, anche quest’anno le inevitabili polemiche?

«Premetto che sono favorevole ai divieti di circolazione ma non si può fare un’ordinanza, solo qualche giorno prima della sua entrata in vigore, e poi mettersi una medaglia al petto solo per poter dire: Vedete ho creato delle fasce orarie per poter camminare in tutta tranquillità. Mi consta che, diciamo in epoche non sospette, sia stato chiesto all’Amministrazione, da organizzazioni di categoria, di discutere la questione avendo per risposta una nota con allegata delibera di G.M. n. 175/2017 dalla quale si evince che i provvedimenti da adottare saranno gli stessi presi dal 2015 ad oggi. Nessuna nuova buona nuova? Non saprei considerato che nella delibera si parla di limiti di velocità a 20 km/h, circolazione scorrevole non intralciata da auto in sosta, tariffe scontate da parte dei taxi, promozione, da parte dell’Amministrazione e della polizia Municipale, tutte cose che qualsiasi cittadino può riscontrare giornalmente sulla loro non applicazione. Sono tra quelli che cammina a piedi, spesso con le spalle al muro per scansare le macchine, e si serve degli autobus per spostarsi e mi rendo conto del caos che c’è per le strade».

In che senso?

«Tanto per dire, prendendo spesso l’autobus impiegato sulla linea C2, è impossibile non notare le condizioni in cui versano Piazza dei Martiri e via S. Rocco, in prossimità della discesa a Corricella, letteralmente invase da macchine e frotte copiose di motorini (a cui spesso si aggiungono nidiate di biciclette), taxi che sostano in carreggiata, ed in carovana, per sbarco e imbarco turisti, mezzi commerciali, di ogni ordine e dimensione, che eseguono operazioni di carico e scarico. Tutto questo fa in modo che su di una tratta in cui il bus dovrebbe impiegare 5 minuti ne occorrono circa 25. Ma questo è solo un esempio dei tanti possibili».

Ritornando al “divieto” quali le ragioni portate dalle attività commerciali?

«Che Procida sia un territorio complesso non lo scopriamo certo in questa occasione. Ed anche le ragioni delle attività commerciali variano a seconda della tipologia e della loro localizzazione. In generale diciamo che, se la limitazione di traffico fosse stata fissata alle ore 20,00 anziché alle ore 19,00, avrebbe scontentato meno persone, tra commercianti e clienti».

Perché non pensare a ZTL nelle Marine e nel centro storico?

«Personalmente sono favorevole alla ZTL e/o alle isole pedonali h24. Vari tentativi sono stati effettuati nel corso degli anni ma, alla fine, sono falliti a causa della scarsità dei controlli e dei tanti “permessi” rilasciati. Se si dovesse riproporre tale tipo di intervento con le attuali forze in campo, con un corpo della Polizia Municipale ridotto al lumicino e senza neanche il Comandante, temo che il risultato non potrà che essere una brutta figura. Certo non è che l’operazione è impossibile infatti, con pochi spiccioli, potrebbero essere installate apposite videocamere che renderebbero le cose molto più semplici ed efficienti».

In conclusione, considerato che sono anni che si cerca di tamponare la problematica, non pensi sia arrivato il momento di pianificare la mobilità territoriale ben al di là delle contingenze della stagione estiva?

«Avendo vissuto in pieno gli ultimi decenni e toccato con mano i tanti tentativi effettuati “a macchia di leopardo” il fatto che ancora stiamo a discutere è sintomatico del fallimento. Bisogna avere la forza e responsabilità di iniziare a programmare una corretta mobilità per trecentosessantacinque giorni l’anno. Bisogna far in modo di avere un rapporto armonico con il territorio e con i veicoli privati e, per fare questo, occorre, in primo luogo, un adeguato servizio su gomma a partire dal bus scolastico; dalla rivisitazione degli orari; un ammodernamento sostanziale del parco mezzi ed un incremento del personale. Ma non finisce qui, anzi. Bisogna rivedere gli orari per il carico/scarico delle merci, orari di chiusura ed apertura delle attività commerciali, etc. etc. Potremmo andare avanti ad oltranza perché, in fondo, un nuovo modello di mobilità passa per una riorganizzazione di tanti servizi e la cancellazione di tante cattive abitudini. In sostanza, ed in breve, c’è bisogno di un nuovo progetto politico ed amministrativo, capace e competente, in grado di ridare nuove regole, in prima battuta anche poco popolari e, soprattutto, farle rispettare. Da ciò dipende il nostro futuro di isola turistica. Se così non sarà fra trent’anni noi, o chi per noi, ancora starà ad arroventarsi su questa questione».

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