Napoli. Trasporti marittimi: per l’Acap è impossibile andare avanti così

Trasporti marittimi Napoli, Acap: impossibile andare avanti così
Napoli, 12 gen (Il Velino/Il Velino Campania) – Continua la protesta dei marittimi delle compagnie di navigazione private che operano nei collegamenti tra il capoluogo partenopeo e le isole dell’arcipelago campano. I lavoratori hanno dato vita ad assemblee spontanee con ripercussioni sul servizio e disagi per gli utenti. Presenti anche i sindaci dei comuni interessati. Al centro della protesta il piano orario dell’assessorato ai Trasporti della Regione Campania che, oggi è al centro di un vertice convocato dall’assessore regionale ai Trasporti Sergio Vetrella. Dura la posizione dell’Acap, l’associazione cabotaggio armatori partenopei), che rappresenta la totalità delle aziende private che effettuano i collegamenti marittimi nel Golfo di Napoli. In una lettera inviata agli enti locali interessati, Provincia di Napoli e sindaci di Ischia, Casamicciola, Forio, Capri, Anacapri, Sorrento, Casamicciola, Lacco ameno, Serrara Fontana e Procida. Una missiva per informare le amministrazioni locali “in merito alla problematica che interessa il settore e minaccia la stabilita’ del servizio, con effetti negativi per l’utenza già‘ manifestatisi nei primi giorni dell’anno 2011. Nel merito, l’Acap ricorda che il piano triennale dei collegamenti marittimi, approvato con la delibera 488 del 2006, è scaduto il 4 aprile 2010. Successivamente, con delibera della Giunta Regionale (359 del 2010) veniva disposta la proroga fino al 3 novembre 2010. Ma ”a tale data in luogo di determinare la programmazione per il triennio successivo l’assessorato ai Trasporti ha disposto un’ulteriore proroga al 31 dicembre 2010” (delibera 744 del 2010). A fronte di questa situazione, “Le compagnie hanno rappresentato l’impossibilità di poter assumere obblighi di servizio per un periodo inferiore ai tre anni, tempo necessario per pianificare l’ammortamento dei costi del servizio”.

Richiesta caduta nel vuoto e del tutto ignorata visto che, riferisce l’Acap, l’assessorato è intervenuto disponendo un’ulteriore proroga al 30 settembre 2011 anziché programmare un piano per il periodo 2011-2013. A quel punto, a fine dicembre, le compagnie hanno evidenziato che “Il tempo di nove mesi non è conciliabile con gli impegni economici da sostenere per predisporre una flotta idonea all’effettuazione del servizio” e hanno comunicato “la loro disponibilità ad assumere obblighi di servizio per un periodo almeno triennale”. Ma “l’assessorato incomprensibilmente si determinava ad “ Adottare il decreto 402 del 30 dicembre 2010 con il quale dichiarando uno stato di emergenza disponeva la soppressione delle attività dei privati e la sostituzione, sugli orari da decenni coperti dalle compagnie privati, con la Caremar”. “Per evitare il caos”, le compagnie private si sono impegnate a continuare le corse fino al 15 gennaio e confidano che gli enti locali “sapranno e vorranno offrire il loro contributo per individuare la soluzione atta a promuovere lo sviluppo del comparto dei collegamenti marittimi”. Gli armatori privati auspicano, quindi, che venga scongiurata “l’ipotesi prospettata nel decreto 402/2010 dell’assessorato ai Trasporti cui conseguirebbe dal 16 gennaio prossimo la cessazione delle attività delle compagnie private (per ordine della Regione) con il ‘caos’ nei servizi marittimi e l’azzeramento dei livelli occupazionali (circa mille unità lavorative)”.

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