Riflessioni dopo il video-appello dei familiari dei marittimi sequestrati
E’ impossibile immaginare solo la miliardesima parte della straziante odissea quotidiana dei familiari, che, come un tarlo, giorno dopo giorno, li logora mentalmente e psichicamente. Ma le domande che legittimamente si pone la sconsolata sorella del dinamico e ridanciano Enzo, hanno una risposta scontatissima: se si fossero verificati dei sequestri eccellenti, dopo pochi giorni si sarebbero risolti nel migliore dei modi e i rapiti sarebbero stati accolti in patria come Íngrid Betancourt, o addirittura sarebbero stati candidati al Premio Nobel per la Pace come Aung San Suu Kyi. Tralasciando il buffo e spassosissimo alibi di stato che “non possono pagare” (su cui si potrebbero versare fiumi di inchiostro), se per assurdo i rapimenti fossero durati più di una settimana, Bruno Vespa ci avrebbe tormentato per mesi, notte e giorno con i plastici delle navi sequestrate; Vittorio Feltri avrebbe invocato una guerra santa contro i musulmani somali; ministri italiani avrebbero innalzato aerei militari e iniziato a bombardare; ci sarebbero stati immediati decreti legge per stanziare fondi per missioni umanitarie; tutti i campioni di SERIE A sarebbero scesi in campo con le magliette con le foto di Piersilvio, Marina e Barbara; Ligabue, Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Gianna Nannini, Giorgia, Negroamaro, avrebbero organizzato concerti per la liberazione; i quotidiani avrebbero proposto la storia a puntate della Somalia. Per il sudore proletario, per zingari del mare, per i residenti dell’acqua salata, invece, niente di tutto ciò. Oltre a dover confidare nell’unico e vero SALVATORE, ad affidarsi alla somma potenza dell’unico vero SIGNORE DEGLI ESERCITI, possono a tutt’oggi contare solo nella sollevazione popolare dei loro arrabbiatissimi concittadini.