Procida. Il pensiero del giorno…dopo

Non c’è evento senza polemica. Ipse dixit:

Chi c’èra – chi non c’èra – purtroppo la serata; non ha “posto” bene!

Non si vuole giudicare, condannare, o assolvere qualcuno, commentiamo i fatti!

La premessa è d’obbligo:

Tra le tante note stonate di quest’amministrazione, grazie a qualche suo membro, ogni tanto qualcosa di buono si riesce a fare, ma ci sta sempre qualcuno, o qualcosa che deve rovinare tutto.

Far venire a Procida un’artista dello spessore della Ricciarelli, è buona norma prestare le dovute attenzione, evitando episodi incresciosi.

Quello che è accaduto, non può passare inosservato, non ne usciamo indenni, da questo antipatico episodio, nei confronti dell’artista e dei cittadini, non per ultimo anche della chiesa.

Adesso andiamo cercando il “fantasma nel giardino del castello del RE”

Che Il buon “Don Abbondo”, abbia “preteso” che venisse osservato il regolamento della

Curia, non si discute, ha fatto il suo dovere di ministro della chiesa, anche se siamo del parere che la chiesa dovrebbe essere più rigida per altre situazioni.

( Don lello, don lello) Va bhè Tiriamo a campà, qualcuno avrebbe detto: “mo o vonn ra chies” (adesso lo vogliono dalla chiesa).

Però, ricordiamo che in questi ultimi 5/6 lustri, fino a tempi recenti, ci risulta che il bravissimo coro di “San Leonardo” nelle chiese di PROCIDA ha sempre cantato liriche napoletane, addirittura, chiudendo il repertorio con funiculì funiculà, forse è recente la “Bolla Cardinalizia,” oppure gli altri preti, non l’hanno mai applicata la normativa.

Facciamo un appello a Sua Eminenza il Cardinale Sepe: Anche con la musica napoletana si raccolgono fedeli in chiesa, purché non sia banale. La canzone O Sole Mio, è l’inno dei napoletani, addirittura alcuni popoli stranieri credono che sia l’inno nazionale Italiano.

Altra constatazione; lapalissiano della superficialità, da parte di chi ha indetto la manifestazione almeno l’assessore al Culto, doveva sapere queste cose, come l’avrebbe dovuta sapere anche qualche inquilino del palazzo, conoscitore delle regole ecclesiastiche.

Queste cose accadono, purtroppo, quando la “pazziella” è gestita da molti soggetti, come si dice: troppi galli a cantare, non si fa mai giorno.

Poveretto il Sindaco, è intervenuto, ha cercato di fare il suo “mestiere”; mediare, ahimè, come sovente gli capita, non è riuscito.

Certo se era d’estate, la manifestazione poteva farsi all’aperto, d’inverno c’è solo un locale che può ospitare due trecento persone, evidentemente si è voluto quell’ ”atmosfera” natalizia, che solo nelle chiese si avverte.

Da parte nostra, ci scusiamo dell’accaduto con la Sig.ra Ricciarelli.

A don Lello, recitiamo: “Padre: perdona loro, che non sanno quel che fanno.

Don Nicò tenit ò cappiell stuort ! vuagliò : accussì addàì

Ciò che reclamo è vivere la piena contraddizione del mio tempo, che mai così bene ha reso al sarcasmo la condizione della verità. (Roland Barthes)

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