Le ultime vicende procidane, su cui ha offerto ottimi e rilevanti spunti di riflessione come sempre, la cara amica Giuseppina De Rienzo sul Corriere del Mezzogiorno, con il suo articolo “Procida, il solarium della discordia”, pongono interrogativi, zone d’ombre, prospettive lacunose, contraddizioni enormi, ad un anno dalle elezioni comunali. Infatti, la De Rienzo ha centrato il problema che riguarda il futuro dell’isola: come coniugare la crescita, lo sviluppo e l’educazione ambientale dei cittadini, attraverso la ricostruzione di un rapporto armonico con la bellezza della propria terra, venuto, notevolmente meno in questi anni. È questo un punto “dolens”. Si brancola nel buio. Non esiste un approccio, benché minimo, su quale strada intraprendere per la salvaguardia del territorio, compreso il prezioso e grande patrimonio di Terra Murata, che rischia il disfacimento con irreparabili danni per il futuro dell’isola. Si naviga a vista, si procede a tentoni e zuccate, tutto permeato dentro una visione di beceri particolarismi su cui l’intera classe politica locale è interamente appiattita. Manca lo slancio vitale, l’appassionarsi alla rigenerazione della vita propria e altrui, la ricerca della linea che segna l’orizzonte verso il cammino del bene comune con lo sguardo rivolto verso le future generazioni e verso un’organizzazione radicalmente innovativa e solidale nell’ambito di servizi essenziali e fondamentali come quelli sanitari, sociali, culturali e produttivi. Ecco cosa dovrebbe succedere in quest’anno sabbatico! Non tanto una produzione cartacea di programmi, dove si esplica di tutto e di più e, come altre volte, destinata a diventare carta straccia. Purtroppo, già alcuni, hanno minacciato di andare in questa direzione. Quanto di alimentare un soffio fluido di cambiamento, il cui passaggio dia una formidabile sensazione di voler rompere la catena dei gretti e rancorosi egoismi in cui è avviluppata la collettività in tutte le proprie espressioni, compreso quelli della squadra politica che arriverà in piazza Marina Grande, questo pomeriggio, e immettere consapevolezza che, in quest’anno biblico, è possibile ricostruire un percorso comunitario che conduca alla speranza di un futuro immediato “qualitativamente” migliore della società procidana. Altrimenti, la futilità del voto, prevarrà con il timbro deleterio del concetto matematico: cambiando il fattore degli addendi, il prodotto non cambia.

anno sabatico
Mamma mia che bravo che sono!!!!!!!!!!!!
Ma chi sei Giaquinto????? Hai sbagliato articolo!!!