La scena si ripete. Ancora un brutto ciak: abusivismo parte seconda!
Questa volta non si aspetta la notte. Alle 16.00 di ieri sono iniziate le operazioni di demolizione del civico 4 di Via STV Scotti di Vettimo a Procida, zona Cottimo. La “piccola” battagliera proprietaria, in attesa di sapere se la delibera del Consiglio Comunale è valida, dell’abuso edilizio Nuccia Riccio ha scritto sui muri di casa la sua dichiarazione ufficiale: «Questa non è giustizia, ma solo una vergogna di Stato!!!»
Gaetano Di Meglio – Manuela Intartaglia | Procida – E’ la stessa ruspa, stessa matricola, stesso modello, stessa ditta. Dall’abbattimento dell’abuso edilizio di Nicola Scotto di Clemente iniziato alle tre di notte dello scorso 18 novembre a quello di ieri mattina è cambiato poco. Molto poco. Forse solo l’effetto sorpresa è cambiato. La fine di questo nuovo “atto” era già nota. Ieri mattina, infatti, i Carabinieri della Stazione di Procida, accompagnati da un folto numero di colleghi giunti dalla terra ferma in tenuta antisommossa hanno bussato al portone della casa di Nico e Nuccia Lauro, al Cottimo, a Procida. Una visita, certamente, non inaspettata. Le operazioni di sgombero dell’abitazione abusiva (fino a ieri normalmente abitata da una mamma con due figli e da un padre imbarcato su una nave posacavi nel mare di Catania) sono avanzate sul copione già scritto in Via Marconi, quando 14 giorni fa si liberò l’altro abuso edilizio, oggi demolito, di nonno Nicola e nonna Letizia. Procediamo per gradi. Lunedì sera il Consiglio Comunale di Procida produce una nuova delibera ad hoc per evitare l’abbattimento di cui raccontiamo la cronaca. Facendo scorta degli “errori” commessi nel provvedimento n. 51 e con la speranza di impedire la fine tragica a questa seconda abitazione, ieri mattina il nuovo provvedimento dell’assise comunale è stato comunicato alla Procura Generale. Purtroppo questo tentativo, come il precedente, è risultato vano. C’è da sottolineare che questa volta, a detta dei tecnici, la delibera del Consiglio Comunale era priva di quegli errori che vennero a galla la volta scorsa. Mentre le operazioni di sgombero procedono, con un fax “volante” gli avvocati dello Studio di Bruno Molinaro combattono gli ultimi di atti di questa battaglia. Le eccezioni sollevate dai legali di Nuccia sono molteplici. Dopo aver assistito alla precedente demolizione, quando la stessa ditta incaricata ha operato di notte, al buio e dall’interno dell’abitazione da demolire, questa volta si è chiesto di verificare se le operazioni venissero svolte secondo le prescrizioni delle normative in materia di sicurezza sul lavoro. Anche questo tentativo è stato vano. La processione dei semplici oggetti di casa Riccio continua imperterrita. Pantofole, abiti, stendini, suppellettili, fino ad arrivare alle porte, alla doccia, al condizionatore, alla tv. Una mostra intima che racconta una vita normale è stata il sipario di un colpo di scena. L’avvocato Molinaro, infatti, ha chiesto al Capitano Zapparoli di sospendere le operazioni perché, secondo il legale, l’abbattimento era relativo, così recita il titolo esecutivo, esclusivamente a: “intonacatura ed impiantistica”. Questa evidenza, cambia le carte in tavola, almeno in parte. Mentre gli operai della ditta incaricata lasciano il cantiere “Scotto di Clemente” per raggiungere quello di “Nuccia” con la ruspa pronta sul camion finiscono le operazioni di sgombero. Inizia a piovere. La casa di Nuccia sorge in un vicoletto sperduto dell’hinterland procidano. Vi si accede attraverso una strada non asfaltata (ieri era una grande pozzanghera). Di fronte all’abuso dei Lauro c’è l‘abitazione dei genitori di Nuccia. Nel piccolo giardino, accantonato alla meglio, tutto quello che si è potuto. Nella cucina il forno delle pizze è rimasto acceso fino all’ultimo secondo. Alle 16.00 di ieri, martedì 1 dicembre 2009, si chiude questa triste parentesi. La ruspa cingola sulla soglia di casa Lauro. Ma questo abuso edilizio avrà ancora molto da raccontare. L’avvocato Molinaro, nel commentare gli eventi sottolinea numerosi aspetti gravissimi ed ha anche annunciato di aver provveduto a denunciare tutti i responsabili di questo “abbattimento al Cottimo”. Ed ora, con le mura demolite, facciamo nostri gli interrogativi dell’avvocato Molinaro: Come mai nessuno si è accorto che l’abbattimento non riguardava il manufatto, ma solo l’intonaco e gli impianti? Come mai, la ditta incaricata del procedimento ha previsto un computo metrico di 36.000 euro, mentre ne bastavano solo 5.000 (in base al titolo esecutivo)? I conti non tornano di trentunomila euro, euro più, euro menoá Resta una certezza, Nico e Nuccia sono senza tetto! Ieri sera hanno trascorso la prima notte in hotel. Questo, per loro, è il primo giorno alla ricerca di una casa.
fonte: http://www.ilgolfo.it/is_art.phtml?artid=02