di Francesco Marino
In questo mese si festeggia i cento anni dell’Ordine dei Medici napoletani e procidani. A un secolo dalla sua istituzione l’Ordine, con una serie di manifestazioni, onorerà gli allievi di Ippocrate.
Fra i tanti spiccano i nomi di Cotugno, Cirillo, Monaldi, Moscati ma anche Procida ha una grande tradizione di medici che hanno onorato e servito i cittadini procidani tra i quali Bormioli, Barone, De Rubertis, Spinetti, Parascandola, Cioffi (il nostro piccolo Moscati), Retaggio.
In molti casi questi sono stati anche politici ed hanno influenzato i destini della nostra isola, per esempio, chi non ricorda Mario Spinetti? A lui è intitolato il campo sportivo. Nel dopoguerra diede vita a Procida, insieme ad altri, la Democrazia Cristiana ed a lui si devono tanti lavori pubblici avviati con l’aiuto della Cassa per il Mezzogiorno. Antonio Barone, mecenate sportivo del tempo, pur amando la politica, mise il suo impegno a servizio del nascente calcio procidano.
Vittorio Parascandola, medico, politico ambizioso e scrittore finissimo, primo sindaco socialista di Procida, amò la sua isola con un sentimento speciale.
Nella storia più recente dell’isola di Graziella troviamo Peppino Cioffi che con la sua opera ha lasciato un grande ricordo.
L’ultimo grande scrittore e “raccontatore” di storie procidane è il nostro Giacomo Retaggio il quale, andato in pensione, sfoga la sua esuberanza e la voglia di fare per la propria isola, raccontandone le vicende nei suoi libri, che tanto successo riscuotono tra procidani ed amanti dell’isola. Negli ultimi tempi, poi, il dott. Retaggio alterna il suo lavoro di medico dei poveri con l’impegno di rilanciare l’immagine e l’organizzazione delle inestimabili risorse museali dell’Abbazia di San Michele Arcangelo. Una nota di colore che riguarda l’amico Retaggio che, come Cincinnato, aiutato da amici enologi tenta di far nascere un nuovo vino tutto procidano dalle sue terre in Chiaiolella.
Detto questo, tutti sanno che la sanità procidana, negli ultimi tempi, ha subito una profonda ferita d’immagine a causa della tempesta che si è abbattuta su alcuni validissimi medici di famiglia vicenda dalla quale, personalmente, sono certo usciranno indenni pur avendo peccato certamente d’ingenuità. Da questo punto di vista posso dire ad alta voce che noi tutti siamo colpevoli, se colpevoli sono di essersi fidati di noi.
Chiudo ricordando i nomi di tre medici che continuano, con il loro indefesso lavoro, a rendere onore all’Ordine dei Medici, ed ovvero: Loreto Scotto di Fasano, Vincenzo Barbiero e Letizia Spinelli.
A tutti, nominati e non, un augurio ed un invito a tenerceli stretti.