Procida: Dopo averci insegnato cosa dobbiamo fare: Per favore volete dirci cosa possiamo ancora materialmente fare su questo benedettissimo scoglio???

Riceviamo da Franco Ridda una sua considerazione sulla oramai celebre “ordinanza salva giovani” e la pubblichiamo quale libero contributo alla discussione in atto.
L’episodio (accoltellamento) verificatosi notti fa a Piazza Posta ha fatto scaturire una miriade di post e dibattiti culminati poi con l’ordinanza vieta tutto che a sua volta ha sollevato ancor più accese polemiche, tanto che qualche Masaniello travestito da novello Savonarola, approfittando dell’occasione, ha potuto dare libero sfogo alle sue latenti e frustanti proiezioni interiori che, servendosi di frasi ridicole ed altisonanti, ha trovato spazio per assumere atteggiamenti da educatore ed insegnante senza a mio avviso aver cercato minimamente di capire prima l’origine dei tanti lamentati mali procidani, dando così pienamente ragione a Gigi… la madre dei cretini è sempre in cinta …

Ragazzi lo siamo stati tutti, ai miei tempi l’isola in estate la si viveva in tutto altro modo, intensamente e liberamente. Di solito la prima parte della giornata si passava andando a pescare ricci, padelle o cozze e spesse volte si facevano anche ricche scampagnate a Vivara seguite poi da salutari bagni che si potevano fare ovunque perché allora le spiagge erano quasi tutte libere, di sera a volte ci si divertiva a tirare lo sciavichiello a cui seguiva poi sempre un’eccellente ed abbondante mangiata di pesci. Le serate più solitamente si trascorrevano ad assistere a qualche evento musicale pubblico od andare al cinema all’aperto e così via, noi di san marezio come chiusura della giornata eravamo soliti riunirci nella piazzetta discutendo del più e del meno e sopratutto programmando il da farsi per il giorno dopo, quindi a notte inoltrata stanchissimi, ubriachi di sole, di mare e sopratutto d’intensa libertà vissuta andavamo felicemente a dormire. I più grandi, pensionati compresi, vivevano l’isola allo stesso modo sempre in totale libertà, molti erano forniti di canotti con cui si spostavano a loro piacimento, è bello ricordare che allora andava molto di moda il sandolino, insomma tutti potevano programmare il loro modo di vivere partendo sempre dalla considerazione che si potevano vivere quasi tutti gli spazi dell’isola in assoluta libertà.
Comparando quindi il modo di vivere di allora a quello attuale è chiaro che l’isola è ora molto vincolata e vietata tanto da non offrire più nessuno spazio libero come tra l’altro si evince da quanto successo giorni fa allorquando i ragazzi dei misteri hanno dovuto rinunciare alla costruzione di un veliero che doveva concorrere al palio di Sant’ Anna ad Ischia perché pare non esiste uno specchio d’acqua libero per poter fare di queste cose. Queste restrizioni oltre a contribuire all’incremento d’uso stupefacenti ed alcool penalizza pesantemente tutta la collettività che ormai vede, a differenza di un tempo, l’estate come una penitenza da sopportare e viverla nella speranza che passi in fretta.
E’ auspicabile quindi che il senso di responsabilità faccia emergere e mettere sul tavolo le suddette considerazioni per rivedere così il tutto e ridare al popolo Procidano quello che è stato loro maldestramente e sconsideratamente tolto.
LE COSE CHE APPARTENEVANO A TUTTI DEVONO RITORNARE A TUTTI …

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