Procida: il giorno dopo la prima demolizione

Il giorno dopo la prima demolizione l’incredulità e la “violenza” dell’atto ha fatto spazio all’amara realtà. In queste ore, anche grazie ai servizi giornalistici proposti da Napolitù, Teleischia, ProcidaTv, Gennaro Savio, Il Golfo e Il Mattino, si è avuto la possibilità di seguire da vicino il susseguirsi dell’evento dando voce e volto ai diretti interessati e alle considerazioni dei cittadini di Procida. Per molti di questi, al di là del fatto che l’abusivismo va comunque combattuto come fenomeno illegale, un dato che è emerso forte è che bisogna distinguere tra la prima casa o abitazione di necessità e chi fa speculazione commerciale. Un secondo dato è l’inadeguatezza dei piani urbanistici vigenti sull’isola, vetusti e spesso in contrasto tra di loro. Un terzo dato è la solidarietà che parenti, amici e semplici conoscenti hanno espresso nei confronti delle famiglie interessate, fatto non sempre scontato in una società come quella attuale spesso poco attenta a valori di questo genere. Da questo punto di vista anche il Sindaco Lubrano, facendo proprio l’appello della famiglia Scotto di Clemente e Riccio, ha invitato i cittadini, in modo particolare coloro che hanno la disponibilità di immobili liberi, ad affittarli alle famiglie procidane in modo tale, da un lato, porre un freno alla crescente richiesta di unità abitative che, a volte, spinge al fai da te, dall’altro consentire, soprattutto ai giovani, di non allontanarsi dal nostro territorio, cosa che ci impoverisce ancora di più.

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