Procida: Il Sindaco Ambrosino chiude fino al 1 Novembre la scuola dell’infanzia

PROCIDA – L’aumento dei casi covid, che sembravano aver solo lambito il territorio isolano, iniziano a non risparmiano anche l’isola di Procida, ed il Sindaco Dino Ambrosino, al di là della normativa nazionale e delle ultime disposizioni emanate dalla Regione Campania, è costretto ad intervenire con una serie di provvedimenti, restrittivi, racchiusi nell’ordinanza sindacale N. 140 pubblicata nella giornata di ieri nella quale si legge:

“Premesso che nelle ultime 48 h sono stati comunicati 5 casi di cittadini isolani positivi al coronavirus;

Valutato che lo sviluppo dell’epidemia nel territorio isolano è in una fase iniziale, che può portare a un incremento se non si assumono iniziative adeguate;

Considerato che un fattore di rischio è la compresenza, per un periodo prolungato, di persone nei luoghi chiusi; Verificato che al momento, nel comparto scolastico, lavorano in presenza solo le classi della Scuola dell’infanzia; Verificato, inoltre, che nell’isola di Procida nel periodo autunnale i giovani hanno abitudine di riunirsi nelle “casette”, appartamenti privati che vengono fittati oppure ottenuti in uso gratuito. Tali frequentazioni costituiscono un rischio di trasmissione del virus, tra famiglie diverse, considerato che in casa si tende ad abbassare le cautele obbligatorie per disperdere l’infezione;

Valutato che anche i cittadini procidani hanno l’abitudine di riunirsi con le famiglie per i pranzi domenicali, comportamenti che in questa fase sono purtroppo forieri di rischi, soprattutto per le persone anziane; Visto l’art. 50 del TUEL; ORDINA

Da venerdì 23 ottobre, e fino a domenica 1 novembre, è sospesa l’attività in presenza della Scuola dell’Infanzia; E’ vietata ai proprietari la locazione breve, il comodato ed ogni altra forma di messa a disposizione di unità immobiliari o loro porzioni ad uso luogo di ritrovo per giovani o minorenni; Invita i cittadini di Procida a non riunirsi con nuclei familiari diversi per gli abituali appuntamenti settimanali, con particolare riferimento ai pranzi domenicali.

Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il mancato rispetto degli obblighi di cui alla presente provvedimento è punito, ai sensi dell’art.650 del codice penale, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 206,00 (duecentosei) euro.

Avverso la presente Ordinanza è ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale nel termine di sessanta giorni dalla pubblicazione, ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato entro il termine di giorni centoventi”.

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