Di Sebastiano Cultrera – Agosto va finendo e ed è il tempo di alcune riflessioni sull’attività politica isolana.
Ciò indipendentemente da alcune “amenità” estive che si leggono in giro e che confermano che la calura, in taluni giorni, ha davvero toccato picchi eccessivi.
Ma veniamo alle analisi.
L’ottima partenza operativa del Sindaco Capezzuto, del Vice sindaco de Candia e di alcuni assessori e consiglieri ha creato subito un positivo clima di fiducia nel paese attorno all’amministrazione comunale appena eletta.
Il Sindaco si è fortemente immerso nella risoluzione quotidiana dei problemi ed ha affidato la definizione di un progetto futuro ( che non può che essere in divenire) all’insistito slogan della discontinuità. Forse troppo insistito.
Secondo alcuni osservatori, tuttavia, alcuni atti (Gerardo Lubrano pluripresidente e Lella Aiello assessore al posto del fratello) vanno nel segno di una pesante continuità col passato. Giudizio facile, ma semplicistico.
Vorrei fare notare che il rinnovamento (che , secondo me, si dovrebbe più praticare che annunciare) è nelle cose.
Questa è la prima giunta comunale, da circa 15 anni, che non vede presente Luigi Muro e Gerardo Lubrano. Questo è un fatto. Se si è giunti a ciò, tuttavia, è in forza ad una serie di scelte politiche consapevoli degli stessi protagonisti, dai quali ci si poteva attendere un mutamento di funzioni, cosa che è stata, ma certamente non l’eutanasia politica, cosa impossibile e anche , credo, contro gli interessi dell’isola.
Certo la discontinuità è , di norma , un concetto che piace a tutti, nella sua accezione generica.
Tenendo conto però che ciascuno la guarda dal proprio punto di vista.
Faccio degli esempi. Più divieto o nessun divieto ( del traffico) sono due atti di discontinuità : ma di segno diverso. Maggiore peso dell’Ente pubblico nell’economia e nei servizi o totale liberalizzazione con i privati sono entrambe scelte di discontinuità, ma opposte. E così via.
Senza pensare che poi molti cantori della discontinuità sono cantori interessati, oppure mestatori nel torbido della dietrologia o, spesso, oppositori illusi che gli altri, cioè la maggioranza, riescano a farsi male da soli.
Appare chiaro che il problema , quindi, non è cosa fare rispetto al passato : il problema è cosa fare rispetto al futuro!
Ma qui il problema si fa serio perché appare sempre più chiaro che la vera emergenza dell’isola è di tipo economico: bisogna rilanciare l’attitudine dell’isola a produrre ricchezza, soprattutto in tempi di crescente federalismo: politico, fiscale , patrimoniale.
Ma la filiera politica, che doveva essere il plus di Procida Prima (Governo, Regione, Provincia, Comune), sembra faticare a partire.
Ciò non soltanto perché la transizione del ruolo politico di Luigi Muro ( proiettato oramai in maniera certa alla Camera dei Deputati) è stata , finora, po’ lunga e ferraginosa.
Ma anche perché alcuni leader che si sono “spesi” di recente (nell’ultima campagna elettorale) come Italo Bocchino e Mara Carfagna hanno mostrato approssimazione ed incompetenza (non voglio dire malafede) nell’affrontare alcuni cogenti problemi dell’isola. L’unica prospettiva sovracomunale concreta viene, allo stato, dalla promessa mantenuta da Giulio Tremonti che proprio a Procida, due anni fa lanciò l’idea del federalismo patrimoniale , che vedrà, entro l’anno, il passaggio di ingenti beni al Comune (tra cui l’ex carcere)
Il mandato di Vincenzo Capezzuto, in effetti, si è aperto nel bel mezzo di una crisi economica e politica di livello nazionale ed internazionale. L’Ente di prossimità cui il Comune fa riferimento, la Regione, naviga in un mare di debiti ( di origine bassoliniana) e si pensa, riuscirà a dare risposte solo tra un po’ di mesi.
Un forte segnale di una inversione di tendenza , soprattutto sui temi economici, mi sembra tuttavia, che l’amministrazione Capezzuto lo stia dando, con tutte le difficoltà del caso. Certo bisogna che anche sulle prospettive del “peso” della macchina comunale si diano delle risposte chiare: serve privilegiare l’efficienza all’assistenzialismo. I cittadini guardano con sempre maggiore sospetto ad un “mostrum” amministrativo che produce , in termini di servizi al cittadino, molto meno di quanto costa.
Torna quindi, l’urgenza di un focus più efficace sui temi dell’economia isolana nel suo complesso, e della azienda Comune in particolare, con le sue partecipate.
E’ nelle scelte rilevanti che opererà in questo campo che potrà giudicarsi l’operato dell’amministrazione.
Tutto il resto, comprese le polemiche “onomastiche” sugli assessori (a cognome invariato) lasciano il tempo che trovano.
Va colto , inoltre, in positivo il senso di responsabilità della maggioranza, con in testa il Sindaco e con il contributo istituzionale del Presidente del Consiglio Comunale, con la scelta di consultare periodicamente le minoranze, sui temi politicamente e istituzionalmente sensibili. La risposta di disponibilità delle minoranze lascia ben sperare, per quanto è sempre difficile definire e distinguere i confini del rapporto istituzionale ( attenzione perché alcune malintese aspettative, deluse, di “cogestione” possono provocare ricadute negative nel rapporto)
Anche perché forse, contemporaneamente, bisognerebbe “motivare” un poco meglio tutti i membri della stessa maggioranza sugli obiettivi da raggiungere , nei vari step dell’attività amministrativa. Altrimenti ogni piccola modifica in corsa dell’assetto lascia qualche legittimo scontento sul campo, di cui, francamente , in questa fase di partenza , non si sente affatto il bisogno.
La “ripresa “ dell’attività politica autunnale dovrà servire anche a questo : a registrare meglio gli obiettivi a breve e medio termine , a chiedere ed ottenere la convinta partecipazione della maggioranza a scelte impegnative , e ad un sereno confronto con il paese e con tutte le parti politiche, economiche e sociali sinceramente interessate al futuro dell’isola.