acqua del sindaco anche a procida
acqua del sindaco anche a procida

Procida: “L’acqua del Sindaco” non è più un miraggio.

Lo scorso mese di maggio, sull’isola di Graziella, si è tenuto un interessante convegno sul ciclo integrato delle acque al quale, tra gli altri, intervenne l’assessore regionale all’ambiente, on. Giovanni Romano. L’amico Franco Marino, in un suo commento, raccolse alcuni passaggi dei relatori: “Le statistiche sciorinate dai tecnici ci dicono che l’acqua di Procida è nella fascia di “eccellenza”quindi tra le migliori d’Italia. In virtù di quanto detto ed illustrato, pertanto, l’assessore regionale (indiscusso domus del convegno) ha lanciato l’idea non nuova dell’acqua del Sindaco. Partendo dal presupposto che un litro d’acqua costa cinquecento volte in meno dell’acqua in bottiglia, basta mettere su una piccola impresa comunale che eroghi l’acqua direttamente al cittadino dopo una ulteriore depurazione (o gassificazione per renderla frizzante) cosa che consentirebbe un bel risparmio al cittadino e una produzione nettamente inferiore di bottiglie da smaltire. Smetteremo, così, di pagare il milionario Del Piero che con la sua immagine tanto a contribuito a svuotarci il portafogli.”

Ebbene la Provincia di Napoli, proprio in questi giorni, ha lanciato un bando per la manifestazione di interesse per l’assegnazione di risorse ai Comuni per la produzione dei rifiuti e l’incremento della raccolta differenziata ex D.G.R.C. n. 758 /2011- Decreto dirigenziale R.C. AGC 21-Settore 02 n.33 del 30/12/2011, nel quale si finanzia l’ installazione di distributori di acqua trattata e sanificata derivante dalla rete dell’acquedotto pubblico, finalizzati alla riduzione del consumo di acqua imbottigliata (quindi riduzione del costo di smaltimento dei relativi contenitori) che altro non è che “l’acqua del Sindaco”. I contributi saranno concessi direttamente ai Comuni della Provincia di Napoli, escluso il Capoluogo, nella misura massima del 100% del costo complessivo delle attività previste dagli elaborati progettuali, fino al tetto di Euro 150.000,00 per ciascun intervento comunale, onde garantire la più ampia partecipazione all’utilizzo delle risorse suindicate.

Sono ammissibili a contributo le sole  spese di investimento per l’attuazione dei  progetti: il contributo per tali tipologie di spesa è quantificato nella misura massima dell’ 80% del costo complessivo ammissibile.

Le spese per le  campagne informative di cui sono ammissibili nella misura massima del  20% del costo complessivo, solo se strettamente collegate all’intervento ammesso a finanziamento.

I Comuni presentano proposte progettuali relative, mirate all’ottenimento di una minore produzione di rifiuti,  contenenti una descrizione dettagliata dell’intervento, e comprendente: La situazione ex ante; Gli obiettivi che si intendono raggiungere; L’ azione prevista, corredata da elaborati grafici e dalle previsioni sulle attività di gestione e manutenzione dell’impianto; Il quadro economico di spesa suddiviso per voci di spesa; Il crono – programma temporale; Le modalità di monitoraggio per la verifica del raggiungimento e mantenimento dei risultati nel tempo.

La manifestazione di interesse al presente Avviso, sottoscritta dal legale rappresentante del Comune, dovrà pervenire entro e non oltre il  31 gennaio 2013 all’Ufficio del Protocollo Generale della Provincia e dovrà essere indirizzata a  “Provincia di Napoli – Area Strategica Ecologia Tutela dell’Ambiente e del Territorio – Direzione Amministrativa” Piazza Matteotti 1 – Napoli.

Un occasione che ci auguriamo venga percorsa con determinazione dagli amministratori dei Comuni isolani.

Guglielmo Taliercio

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Un commento

  1. Leggendo questa comunicazione non si può fare a meno di riscontrare una contraddizione di fondo che, comparata con le finalità dichiarate, dovrebbe far porre numerosi interrogativi.
    Se, come si dice, l’acqua distribuita a Procida è nel livello di eccellenza non si capisce proprio il motivo per cui abbia bisogno di una ulteriore depurazione e ancor meno della aggiunta di gas fatta pubblicamente quando esistono sistemi casalinghi per questa operazione, a partire dalle economiche vecchie bustine per finire ai sistemi per uso domestico che usano bombolette di anidride carbonica.
    Il processo di potabilizzazione dell’acqua è più o meno complesso a seconda delle caratteristiche dell’acqua captata per la potabilizzazione ma una cosa è certa: non è praticabile con le macchinette per la distribuzione. L’acqua si può dichiarare potabile soltanto se risponde ai requisiti fissati dalla legge, se, per di più, l’acqua risulta tra le migliori distribuite quale altro trattamento vogliamo fare?
    Nei distributori in questione ciò che viene fatto è un passaggio su carbone attivo per eliminare l’eventuale eccesso di cloro addizionato. Già, ma perché l’acqua deve essere addizionata di cloro? Semplicemente perché, una volta uscita dal processo di potabilizzazione o captata pura alla sorgente, c’è il rischio di contaminazione organica e microbica nelle condutture di adduzione dell’acqua fino alle singole utenze. Quindi è lo stato della rete di distribuzione che impone l’uso di microbicidi che possono dare spiacevoli caratteristiche organolettiche. E qui si impone una domanda: non è che la provincia abbia coscienza del pessimo stato in cui si trova la rete di distribuzione (compresa quella isolana) e, prevedendo che ciò causerà un peggioramento della qualità dell’acqua al rubinetto, mette le mani avanti per evitare interventi di risanamento della rete? Guardiamo poi la realtà, quanti sarebbero disposti a munirsi di bottiglie, taniche ecc per andare al più vicino distributore a fare rifornimento di acqua da bere, sembra di essere tornati alla fine degli anni 50 quando arrivò l’acqua a Procida e si andava alle fontanelle (alla Chiaiolella ce ne erano due) a riempire le bottiglie all’ora dei pasti e per il resto, compresa la cottura, si usava quella dei pozzi salmastri o quella piovana delle “piscine” Per diminuire il consumo di bottiglie di plastica non c’è bisogno di creare un altro carrozzone comunale per la manutenzione dei distributori (costosa e frequente) ma serve una adeguata campagna informativa alla popolazione sulla bontà dell’acqua che viene distribuita e, soprattutto, l’impegno a mantenere, fino all’utenza finale, la qualità dell’acqua tramite la programmazione di quegli interventi di manutenzione ordinaria della rete di distribuzione che dovrebbero essere previsti per il continuo rinnovo delle condutture arrivate a fine vita. Del resto alcune acque minerali tra le più vendute hanno caratteristiche assolutamente negative (residuo fisso altissimo e durezza elevata o, al contrario, quantità così basse di sali disciolti che possono portare al depauperamento delle riserve di calcio nell’organismo). Basterebbe INFORMARE la gente di queste cose e convincerla, garantendoglielo, che l’acqua distribuita al rubinetto di casa è migliore della maggior parte delle acque vendute nei negozi. Informazione vuol dire permettere all’utente di fare paragoni e se le analisi periodiche sull’acqua distribuita venissero pubblicizzate, l’utente potrebbe paragonarle alle etichette di quelle vendute e rendersi conto che in quella bottiglia che lui paga profumatamente forse c’è un’acqua peggiore di quella che, con un costo infinitamente minore, sgorga dal rubinetto di casa.
    Felice

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