“INTRIGHI E CALUNNIE IN SAGRESTIA” nel commento di Giuseppe Ambrosino

di Giuseppe Ambrosino di Bruttopilo
In questi giorni, in tutte le librerie di Procida, fa mostra di sé un piccolo libro con una copertina che subito attira l’attenzione. Riporta una fotografia in bianco e nero con tre figure ecclesiastiche, in una delle quali si riconosce addirittura un Papa.
Il titolo, poi, suscita una immediata curiosità: “Intrighi e calunnie in sagrestia.” L’autore? Giacomo Retaggio, famoso medico-scrittore, molto conosciuto per la sua bravura nel rendere la storia di Procida accessibile a tutti.
Che si tratti di Storia, di autentica storia procidana, in questo libro, si capisce dal sottotitolo: “Storia e sofferenza del curato procidano Tommaso Scotto Galletta”.
Nonostante questo nome in un primo momento non ci ricorda nessuno e non evoca niente, la sua storia dovrà essere interessante, anzi intrigante, dal momento che, sempre in copertina, c’è l’auspicio dell’attuale cardinale Crescenzio Sepe, che “ il libro contribuisca a far conoscere le virtù evangeliche del sacerdote procidano”.
Per noi è umanamente impossibile averlo conosciuto di persona, dal momento che il curato procidano, di cui si tratta, nacque nel 1783 e morì nel 1862, ed è anche difficile conoscerlo di fama da parte di chi non ha dimestichezza con la Storia, anche se riferibile ad un periodo molto interessante per l’Italia.
Tutta la vicenda si svolge in un periodo molto tormentato, che va dalla fine della Repubblica Partenopea del 1799 fino alla proclamazione del Regno d’Italia del 1861, ma molto più tormentata è la vita di questo povero sacerdote procidano che, dopo aver raggiunto la carica di Curato dell’Abbazia di San Michele, dovette combattere contro la casta degli altri preti, che brigavano continuamente per indebolirne il potere.
Per raggiungere il loro scopo, questi preti che avrebbero dovuto applicare il Vangelo, usavano qualsiasi mezzo dimenticando la carità umana, calpestando la morale, rinnegando persino Cristo.
Il povero curato fu infamato con false accuse e costretto a vivere a Napoli per un lungo periodo in attesa di un giudizio che lo dichiarasse innocente.
Soffrì molto, lontano dalla sua Chiesa, lontano dai suoi fedeli, lontano dai suoi genitori. Provò un dolore indicibile quando la mamma si ammalò e non gli fu concesso di starle vicino. Ma lui, da uomo forte, seppe sempre perdonare, e anche quando i suoi nemici andarono a loro volta in disgrazia o addirittura morirono, non interpretò questi eventi come esito del trionfo della giustizia divina.
Nel romanzo tutte le sofferenze, tutto il tormento interiore, tutta la grandezza morale, di questo santo uomo vengono descritte in maniera magistrale in pagine di sublime poesia. Altri personaggi, reali ed immaginari gli ruotano attorno e le trame, gli inganni, le falsità descritte sono così attuali, che al lettore appaiono come riferiti ai giorni d’oggi.
Non voglio anticiparvi ulteriormente la trama, per non rubarvi il piacere della lettura. La sera del 6 agosto a Piazza dei Martiri (Semmarezio) alle ore 21,00 ci sarà la presentazione dell’opera da parte dell’autore. Un libro da leggere in quanto mi auguro che le vicende del passato possano farvi conoscere meglio il presente e lasciarvi, come al sottoscritto, qualche insegnamento per il futuro.

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