Mentre una notevole parte della collettività è schiacciata dal dolore di una sempre più devastante e desolante povertà tanto da richiudersi profondamente in una cupa e drammatica dimensione di disperazione, di cui ne rappresenta tragica testimonianza il terribile suicidio dei tre anziani di Civitanova Marche, l’intera società vive sotto l’opprimente cappa di un FATTORE S (stupidità + stronzismo) che è divenuto il vero problema della convivenza umana e sta arrecando guasti quasi irreparabili al vivere quotidiano. A tal proposito è cosa opportuna stabilire che è stronzo + stupido. Ebbene, seguendo con precisione l’etimologia del vocabolario, si evince che lo è colui che si arroga costantemente di privilegi che non gli spettano, che agisce sulla base di un radicato senso di superiorità tanto da renderlo immune davanti a qualsiasi lamentela. E qui utilizzando l’interrogativo evangelico, con un formulario ben diverso, si può dire: chi è senza stronzaggine e stupidità scagli la prima pietra. A questo punto, entrando dentro le coordinate della nostra società sia nelle realtà di piccole dimensioni come può essere quella del territorio natio dell’isola di Procida che in quella più ampia della Penisola, si nota, in modo evidente, che il FATTORE S assume una funzione invasiva sul clima sociale, politico, economico ed etico tanto da produrre costantemente effetti nefasti e dolorosi. Così, nella quotidianità, si rileva in chi, senza scomporsi, passa davanti a tutti in coda e davanti a chi lo fa rilevare, reagisce con l’espressione da ebete o risponde con un insulto, oppure in colui/lei che interroga continuamente chi parla (i programmi televisivi ne offrono un vasto campionario) o chi rivolge sistematicamente l’attenzione su fatti di un’altra persona. Ma, la massima espressione di tale sindrome, nell’ambito della comunità procidana, si riscontra in tutti coloro che, vecchi e nuovi, ambiscono a posizionarsi come protagonisti delle prossime elezioni comunali. Purtroppo non è un buon segno per riportare l’isola mica elica fuori dal nichilismo e insignificanza in cui è caduta. C’è urgenza di ben altro spessore per dare bellezza e spessore all’amata terra. Ma, d’altra parte, volgendo lo sguardo verso l’orizzonte politico nazionale in cui ti imbatti nella greve e asfissiante presenza ultraventennale di Berlusconi, nella paranoia di Grillo e nella pochezza di alcuni rilevanti esponenti del PD, c’è materiale da far tremare, senza tregua, le vene ai polsi.
Comunque non bisogna perdersi d’animo e dare vigore al pregnante appello di Papa Francesco, cioè non farsi rubare la speranza!
Caro Michele. ho notato che nella nostra realtà michaelica ( come tu definisci Procida ) difficilmente qualcuno fa dei commenti ad articoli riflessivi come il tuo. Si lasciano andare a commenti soltanto quando vogliono apparire superiori allo scrivente, come avessero una scienza infusa.( poverini anche loro soffrono di sindrome da fattore S ).Nel bisogno di farti un commento a quanto da te scritto, ho quasi paura di cadere nel novero di tale categoria. Per tutelarmi mi presento in una veste umile, mi presento come una supposta ( quell’ausilio medico tanto utile per farci espellere tutto lo sporco che abbiamo dentro ). Alla stregua di una supposta, io cittadino procidano, vengo a contatto tutti i giorni con la stronzaggine di questa piccola realtà ,ma non mi attardo per renderla diversa, perchè sarebbe inutile. Aspetto soltanto che passi, assieme al connaturato fetore. Ebbene mi potresti contestare che io sia un ignavo, che io stia tra coloro che son sospesi. No. Anche io come te, come Papa Francesco mi nutro di speranza. La speranza che quel corpo che mi contiene ( la mia amata isola) non abbia più bisogno dell’opera di noialtri, povere supposte, e cominci ad alimentarsi di cibo sano,cibo che non intasi, cibo che non puzzi