Procida: monnezza e dintorni a Corricella

Dal più grande social network al mondo che è facebook raccogliamo e pubblichiamo questa foto scattata nella giornata di domenica 19 settembre a Marina Corricella. Si tratta di un telone sotto il quale sono depositati, in attesa di essere portati via, sacchetti d’immondizia e da cui si dipana un puzzo nauseabondo indescrivibile.

Si potrebbe, come prima reazione, pensare ai tanti soldi che il cittadino paga per un “disservizio” del genere, riaprendo la ferita della raccolta differenziata sulla nostra isola la cui percentuale resta ancora (a tre mesi dell’obiettivo 35%) nebuloso.

Q uesta ennesima testimonianza di cattivo servizio di raccolta che, per la verità, mortifica la “normalità” raggiunta a fatica negli ultimi tempi, mortifica l’immagine dell’isola, così come non rispetta gli abitanti di Corricella che devono essere costretti a respirare odori del genere.

Di fronte ad una tale  immagine, è giusto indignarsi e reagire in modo forte  e magari giù con i commenti di ogni sorta.

Navighiamo in acque profonde, potremmo dire e senza una soluzione. Credo però che un episodio così debba interrogarci tutti, nessuno escluso.

Va si denunciata, ma deve anche essere quella molla per noi cittadini, addetti ai lavori e non, per affrontare insieme e risolvere definitivamente il problema dei rifiuti a Procida.

Da un lato, ci vuole una visione chiara e condivisa, di un piano di smaltimento dei rifiuti che ci porti verso un sistema di raccolta differenziata spinta, porta a porta, con la separazione della frazione secca da quella umida.

Dall’altro lato ci vuole un forte senso di corresponsabilità e compartecipazione tra i cittadini. Bisogna mettere mano ad un processo culturale perchè ci sia quel cambiamento di rotta, che eviti il baratro verso cui stiamo andando e rimetta al centro i beni comuni.

L’ottica è quella della decrescita, di una forte riduzione della produzione dei rifiuti (obiettivo Rifiuti Zero – vedi Capannori ).

Questo ci coinvolge come primi attori della filiera. Gli esempi da copiare sono tanti: dall’acqua del sindaco che da modo di ridurre l’uso dell’acqua in bottiglia, ai chioschi dell’acqua, alla distribuzione di prodotti sfusi (latte e detersivi). Prodotti a km0, uso di pannolini lavabili ecc. ecc.

Non ci vuole molto solo la volontà di scegliere una strada diversa!!

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