Napoli – Sono ben 125 i comuni inottemperanti, a vario titolo, alle disposizioni del Governo per uscire dall’emergenza rifiuti. E, tra questi, un gruppo più ristretto di amministrazioni recidive : precisamente 86 (in gran parte tra le province di Napoli e Caserta) che hanno ricevuto già uno, due o tre richiami formali da parte del vertice di Palazzo Salerno. A carico di 9 comuni – Afragola, Aversa, Casalnuovo, Castel Volturno, Giugliano, Pompei, Qualiano, San Marcellino, Trentola Ducenta – lo staff del Sottosegretario ai rifiuti è andato anche oltre, provvedendo alla rimozione di estesi cumuli di rifiuti “in danno”, cioè addebitando i relativi costi alle casse di quel palazzo comunale.
E’ lo screening riservato sul quale hanno lavorato a lungo gli uomini dello staff del sottosegretario ai rifiuti Guido Bertolaso, prima che passasse a Palazzo Chigi il decreto tolleranza zero sui rifiuti. In base al pacchetto appena approvato, i 125 primi cittadini rischiano di tornare a casa. Un pericolo che, stando alle indiscrezioni, potrebbe riguardare persino i vertici di alcune amministrazioni provinciali. Un dossier di poche pagine. Ma ricche di cifre e schede. Si tratta di dati aggiornati al periodo settembre-ottobre 2008. Dati che rivelano, controluce, anche altri nodi. Uno riguarda “l‘assoluta incuria” che avvolge periferie e strade provinciali: sulle quali è in corso un vero e proprio braccio di ferro con le amministrazioni. Gli uomini di Bertolaso, del generale Franco Giannini e del capomissione Marcello Fiori hanno quattro punti sensibili evidenziati nel dossier: i cumuli disseminati lungo l’Asse Mediano; ai bordi della Circumvallazione Esterna; gli sversamenti dell’Asse di supporto Nola-Villa Literno; sacchetti e ingombranti che inquinano la Statale vesuviana 268. Senza contare un altro conto in sospeso: della lista delle 152 megadiscariche abusive censite dall’esercito, ben 112 restano ancora da liberare. Traguardo cui punta la nuova norma del decreto che autorizza a rimuovere subito, senza selezione in loco, anche i rifiuti pericolosi misti a quelli urbani. È lo stesso elenco con il quale Bertolaso ha convinto il premier Berlusconi della necessità di “provvedere ai commissariamenti“. Nel decreto approvato da pochi giorni c’è, però, una novità: mentre nella bozza di decreto, la cui discussione poi naufragò nella burrascosa seduta dell’esecutivo del 10 ottobre a Napoli, era previsto che fosse lo stesso Bertolaso a proporre la drastica misura, nel testo attuale tale facoltà torna al ministro dell’Interno. Al quale, tuttavia, le segnalazioni dovranno pervenire dal sottosegretario. Ecco l’elenco degli 86 comuni già raggiunti da uno, due o tre richiami formali da parte dello staff del sottosegretario, in relazione a mancato smaltimento o discariche abusive in strada.
In provincia di Napoli:
Acerra, Arzano, Afragola, Bacoli, Boscotrecase, Brusciano, Calvizzano, Casalnuovo, Casandrino, Casavatore, Casoria, Castellammare di Stabia, Ercolano, Frattaminore, Giugliano, Gragnano, Marano, Marigliano, Massa di Somma, Melito, Mugnano, Nola, Ottaviano, Palma Campania, Poggiomarino, Pompei, Pomigliano, Pollena Trocchia, Pozzuoli, Procida, Qualiano, Sant’Anastasia, Sant’Antonio Abate, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, Saviano, Striano, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase, Vico Equense, Villaricca, Volla.
Come si potrà vedere tra questi si trova anche il Comune di Procida purtroppo ancora sorda ai richiami, non solo degli organi dello Stato, ma anche degli stessi cittadini da tempo impegnati a fare in modo che la raccolta differenziata sull’isola parta in modo serio.