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Procida: Parola d’ordine Egocentrismo


egocentrismoParola d’ordine l’egocentrismo. Di Michele Romano

Se entriamo nella quotidianità della nostra vita dentro il quadro dell’attuale momento socio politico del Paese, ci possiamo raffigurare come viandanti in un territorio apolide, in un tempo di passaggio, sottoposti ad orientarsi in un cammino al buio, senza regole poiché le vecchie hanno intrapreso il viale del tramonto e le nuove sembrano destinate a sottoporsi alle sette immani fatiche di Ercole per potersi svelare. E qui, preso atto dello smarrimento in cui si è immersi, è cosa opportuna fermarsi a riflettere sulla scogliera, utilizzando un immagine di mare così cara a noi, nati su di un isola: Procida, perché è pregnante di un atmosfera d’armonia erotica che concilia se stesso con tutto il creato. Ciò conduce a comprendere e individuare qual è la malattia invasiva che ha decomposto le comunità tanto da spingerle verso un declino inarrestabile. Ebbene emerge con estrema chiarezza che il suo nome è “Egocentrismo”. A tal proposito è sufficiente osservare ciò che sta accadendo dopo le elezioni politiche di fine febbraio dove, invece di concentrarsi a costruire un governo che prenda di petto la terribile crisi sociale, economica e morale che ha investito il Paese, siamo assaliti dalle deleterie questioni personali di Berlusconi, dalla schizofrenia fondamentalista di Grillo e Casaleggio che rischia di deturpare la novità del M5S, dall’inadeguatezza di Bersani di dare segnali forti di discontinuità, tolta la fortunata scelta di Boldrini e Grasso alla presidenza di Camera e Senato.

Di pari passo, calandoci nella nostra realtà locale, sperimentiamo, seguendo gli interventi sulla “rete”, proiettati verso le future scadenze elettorali procidane, che la patologia sopraindicata pervade tanti eteroreferenziali che mettono il proprio “Ego” al centro di eventuali progetti di cambiamento della dimensione socio economica ed etica alla collettività insulare. Non comprendendo che tale modo di concepire la prassi politica sta spingendo la società verso una deriva rovinosa.

Pertanto l’invito è capovolgere in senso copernicano la visione della politica tendente alla realizzazione del bene comune in cui l’ego venga cancellato e un bel “NOI” sia posto al centro del progetto. D’altra parte è giunta anche la fonte di ispirazione attraverso la persona di Papa Francesco che ha annunziato in modo forte ed intenso un motto esemplare: Il Potere è Servizio.

Ecco la strada maestra di Damasco per produrre buoni frutti anche per la nostra bella e cara isola, con la speranza che lo Spirito Santo, dopo essersi concentrato negli ultimi tempi sui destini della Chiesa Cattolica e visto i risultati, sposti la sua attenzione su quelli più terreni della costruzione della Città dell’Uomo.

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2 commenti

  1. mario caiazzo

    caro Michele questa volta mi sei piaciuto e molto…… la tua analisi del dopo voto è di una sconcertante realtà di cui stiamo prendendo atto sulla nostra pelle…… e poi quella rivolta alle prossime elezioni comunali che si terranno se non erro tra quasi due anni….già si nota un certo fermento per non perdere posizioni e nel trovare la giusta collocazione ” politica ” per non perdere l’effimero potere di oggi…… si prenderà esempio da PAPA FRANCESCO o no? io credo proprio di no visto il concetto che si è avuto finora del potere……. lo vediamo a livello nazionale per continuare fino al livello locale…. poveri noi e speriamo in bene!

  2. ” PREDICARE ..”

    è molto facile….

    operare… è molto più difficile….

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