Procida: Per le idroambulanze pit stop prolungato.

Le unità CP 454, CP 456, CP 455 che, rispettivamente, da Procida, Ischia e Capri provvedono a trasferire i malati, le partorienti, i traumatizzati dalle isole nei più attrezzati ospedali della terraferma, sono ormai “alla frutta”. A lanciare l’ennesimo grido di allarme Domenico Ambrosino dalle pagine de “Il Mattino”. Quelle di stanza a Procida ed Ischia sono ormai ferme in banchina da tempo, quella di Capri è anch’essa prossima allo stop. I motori – due “Isotta Fraschini” di 350 cavalli di potenza cadauna – sono ormai allo stremo. Bevono olio in continuazione, il che significa che presto andranno in panne. Il sindaco di Procida Vincenzo Capezzuto , dopo essersi attivato invano presso la Regione e l’ASL Napoli 2 per un intervento, anche provvisorio, che provvedesse alla riparazione dei natanti, ha scritto un’accorata lettera a Prefetto di Napoli, Dott. Andrea De Martino, chiedendo il suo autorevole intervento . “L’isola – scrive il sindaco – non dispone di un ospedale, bensì di un posto di pronto soccorso non in grado di fronteggiare emergenze significative e patologie di pazienti intrasportabili mediante il servizio di eliambulanza”. Aggiunge a voce: “ Non ci dormo più la notte. Forse si aspetta il morto per intervenire. Residenti e turisti non possono rischiare la vita sull’isola. Se non si prendono provvedimenti, sono pronto anche a gesti clamorosi. Con la vita umana non si scherza!”.
L’ammiraglio Domenico Picone è stato chiaro: “La vetustà delle idroambulanze ci ha costretto allo stop. Esse non sono più affidabili allo svolgimento del delicato servizio che svolgono.”.
Le ASL, da parte loro, restano abbastanza “fredde” sul problema. Dice il dottore Dario Golia, direttore UOC 118 dell’ASL Napoli 2: “ Per i trasferimenti non in emergenza si utilizzano anche i traghetti di linea, per le emergenze ci serviamo degli elicotteri. Per cui il servizio di trasporto in urgenza ed emergenza è sempre assicurato ai pazienti delle isole”.