Dieci giorni fa era Venerdì Santo. Sembra già un’eternità. Il lavoro di centinaia di ragazzi che per 40/50 giorni chiusi in portoni e tendoni hanno dato vita ai misteri è già in cantina, smontato e inventariato si spera.
Nelle prime ore dopo la Processione, gli unici commenti sono stati “Si, la processione bella, troppo lunga,ma quest’anno scorreva meglio degli anni scorsi…etc etc”. 24 ore dopo la Processione del Venerdi’ Santo 2016 era gia’ solo un ricordo.
A dire il vero, sono io che ci penso fin troppo spesso durante l’anno alla Processione del Venerdi’ Santo. E come me, ne siete in tanti, ne sono sicuro. Purtroppo, “tolta la veste” alla Marina, e’ gia’ tempo di bilanci, mentre la piazza lentamente si libera dei suoi Misteri.
E allora mi sono deciso a farli ad alta voce i bilanci della processione di quest’anno. Non incontreranno sicuramente il favore di tutti, pero’ meglio parlarne e confrontarsi gia’ da ora, invece di aspettare Domenica delle Palme del 2017 per fare proposte. E allora ecco tre spunti: ordine, percorso e organizzazione
Parliamo dell’ordine….non si puo’ non essere contenti per il risultato raggiunto. L’impegno della Congrega, Amministrazione e quel manipolo di uomini che ha fatto in modo che tutti (o quasi) i misteri fossero al di la’ dell’arco della porta romana a Terra Murata e’ stato lodevole. Erano anni che non si vedeva una simile organizzazione. A dire il vero, negli ultimi anni la situazione sotto quell’arco era diventata ingestibile; financo alle mani si arrivo’ un paio di anni fa, presi dalla foga di dover passare a tutti i costi mentre i misteri ancora dovevano posizionarsi sulla griglia di partenza. Questa secondo me e’ stata la caratteristica maggiormente apprezzata quest’anno. Certo possiamo stare a parlare di tante altre pecche e virtu’ dell’organizzazione della processione. Ce ne sono, a partire dal problema ordine pubblico a Piazza Armi e via via lungo tutte le strade interessate dalla processione, il discorso regolamento con le misure/limiti da concordare anzitempo e far rispettare senza eccezioni, il problema dell’arrivo caotico a Marina Grande….e tanti altri. Potrei riempire pagine e pagine di giornali. Ma volevo sottolineare l’ottimo risultato raggiunto alle prime luci dell’alba. Quest’anno “La Chiamata” non ha dovuto aspettare…
E ora il percorso…guardiamo un po’ ai dati consuntivi raccolti dalla Capitaneria su imbarchi/sbarchi sull’isola nel finesettima di Pasqua. Piu’ di 2000 persone nella sola giornata di Venerdi’ Santo si sono unite al popolo procidano per assistere alla processione. Non e’ un caso isolato. Si verifica con regolarita’ ogni anno. Questo ha creato nel corso del tempo una sorta di effetto imbuto, con centinaia di persone che si accalcano tra Terra Murata e Piazza dei Martiri in attesa del passaggio del Cristo Morto. Per creare una via di fuga, si e’ pensato di “fermare” la tromba e il tamburo all’imboccatura del “Canale” a San Leonardo cosi’ da permettere all’intero corteo di accorciarsi e al Cristo Morto di passare da Piazza dei Martiri e alla folla di scendere al porto attraversando come una fiumana Via Principe Umberto, e poi Via Vittorio Emanuele. E per chi non lo sapesse, quando la Tromba e’ a San Leonardo, il Cristo Morto ancora non ha percorso l’intera discesa di Terra Murata. Questo pit stop obbligatorio ci costa ogni anno dai 30 min ai 45 min di sosta, minuto piu’ minuto meno. E lo stuolo dei commenti e delle polemiche anche durante la processione, additando quel mistero o quell’altro per essere troppo pesanti e aver causato questo rallentamento si fa sempre piu’ insistente. Si puo’ ovviare a questo increscioso inconveniente, provando a modificare…ovvero allungare il percorso per permettere di far sfollare il tratto Terra Murata Piazza dei Martiri prima del passaggio della tromba a San Leonardo. Certo, va concordato con le Autorita’ per garantire le neccessarie vie di fuga nel caso di un passaggio improvviso un’ambulanza ad esempio, e ricevute le dovute autorizzazioni, mettere bene in chiaro con chi fa i Misteri che allugando il percoso magari dirottandolo per Via Santissima Annunziata e via Marconi, richiedebbe misteri piu’ piccoli e sicuramente piu’ leggeri…
E in ultimo l’organizzazione. Negli anni ho capito come si muove la macchina per organizzare la Processione del Venerdi’ Santo. La Congrega dei Turchini ,previa autorizzazione della Curia, e’ l’ unico organizzatore dell’evento. Di per se’ religioso, ecco che la Congrega, in quanto ente religioso cura l’organizzazione della processione, dalle iscrizioni dei misteri, fedeli con le candele, angioletti, partecipanti et etc. in concerto con l’Amministrazione Comunale, che concede al corteo di transitare per questa o quella strada, bloccando il traffico dei veicoli e facendosi carico dei problemi di ordine pubblico insiti in un evento di tale portate. Quest’anno ad esempio erano presenti tanti volontari, “prestati” all’Amministrazione per disciplinare e contenere la folla al passaggio della processione. La processione di un tempo aveva anche i suoi “mazzieri”, veri e propri vigili interni alla Congrega dei Turchini. Ma la processione di oggi non ne ha neanche piu’ uno. E a parer mio, non servono piu’. Quelle figure erano necessarie quando si contavano anche 50-55 misteri, molti dei quali di peso e dimensioni ridotte rispetto ai misteri di oggi.
Ma torniamo all’aspetto organizzativo. Il primo tentativo di fare sistema e associarsi e’ arrivato dal mondo dei Misteri. Prima l’Associazione i Ragazzi dei Misteri e successivamente l’Associazione l’Isola dei Misteri hanno voluto attrarre a se’ gruppi e singoli associati con cui spartirsi i locali per la costruzione dei misteri, qualcuno ha proposto dei laboratori per i piu’ giovani etc etc. Rimane comunque il fatto che queste due associazioni e i gruppi esterni che hanno deciso di non associarsi ne’ con l’una ne’ con l’altra insieme hanno disciplinato un mondo quello dei misteri che fino ad allora e’ stato sempre anarchico e in profonda contrapposizione con chiunque volesse imporre disciplina e regole.
Se Il mondo dei Misteri e’ cambiato negli ultimi anni ed e’ prevalso l’aspetto associativo lo stesso non si può dire per gli altri due enti che di diritto partecipano all’organizzazione della processione del Venerdì Santo, ossia la Congrega dei Turchini e l’Amministrazione Comunale. Facendo una piccolo rassegna dei grandi eventi in Italia, e guardando più da vicino quelli religiosi, dal Palio di Siena, i Gigli di Nola, i Ceri di Gubbio fino alle processioni del Venerdi’ Santo pugliesi e siciliane, si leggono a chiare lettere le parole, COMITATO e/o FONDAZIONE e in qualche caso anche CONSORZIO. E’ il caso del Consorzio per la Tutela del Palio di Siena, della Fondazione Festa dei Gigli, Comitato Pro Venerdì Santo di Romagnano Sesia e tanti altri. Tutte organizzazioni con proprio sito internet regolarmente aggiornato durante l’anno e ricco di contributi storico-culturali e notizie sui vari momenti delle rispettive manifestazioni. Al di la’ delle differenze giuridiche dell’una o dell’altra struttura, che va comunque approfondita, quello che salta fuori e’ che per organizzare un grande evento, anche di matrice religiosa, e’ necessario dotarsi di un insieme di attori che facendo capo ad un Comitato (che credo sia la struttura migliore per questo genere di eventi) possono agire all’interno di un mandato concordato a priori. Cosi’ si riesce anche ad alleviare l’oneroso compito della Congrega dei Turchini di farsi carico di tutto quello che riguarda il mondo della Processione, e che evidentemente non riesce a gestire contando al suo interno un numero davvero esiguo di operativi. Ecco la Congrega dovrebbe curare l’aspetto culturale/religioso, le Associazioni si dovrebbero interessare del mondo dei misteri (applicazione del regolamento etc) e l’Amministrazione dovrebbe fare da anello mancante li’ dove I ragazzi non hanno le forze magari di provvedere ad un locale per tutti o la Congrega non ha le forze per occuparsi dell’ordine pubblico durante il corteo, e gestire il complesso problema dell’esposizione di parte di alcuni misteri post processione. Tutto questo in qualche misura lo si fa già, ma non ha un riconoscimento formale. Un comitato diventerebbe cosi’ una cabina di regia che potrebbe contare su un numero ampio di operativi ciascuno con un proprio compito e un perimetro d’azione ben definite. Inoltre, un comitato avrebbe anche la possibilità di intercettare donazioni e fonti di finanziamento esterni che la Congrega non avrebbe la possibilità di gestire ma soprattutto non avrebbe la possibilità di erogare a terzi. Non richiederebbe quote associative annuali e/o contributi alla vita associativa come per le Associazioni. Darebbe cosi’ la possibilità a più attori a vario titolo di occuparsi dell’evento e fungerebbe da attrattore per quei volontari che decidono di apportare il loro contributo a titolo personale. Gli esempi in Italia ci sono e sono di successo. Si può e si deve guardare avanti prendendo spunto da esperienze mature e consolidate.
Un’ottima riflessione con i relativi e dovuti suggerimenti a questo evento cosi’ importante per l’isola. Le raccomandazioni del Sig. Carlo Scotto mi trovano d’accordo e spero proprio che, responsabilmente, la comunita’ procidana sappia organizzarsi in merito