PROCIDA – (Comunicato Stampa gruppo “Per Procida”) – Altro giro altra corsa. Finita, nel modo peggiore per l’amministrazione, la diatriba sul piano sperimentale del servizio autobus, all’unanimità di voti dichiarato “fallito”, per affermare lo scettro del potere che, oramai, nessuno gli riconosce, con l’ennesima ordinanza il Sindaco, questa volta per interposta persona del segretario comunale e del vice responsabile del servizio di Polizia Municipale (per tali ragioni siamo scettici sulla sua valenza giuridica anche se, dato che è un atto valido fino al prossimo 21 agosto, data nella quale è stata “ordinata” anche la chiusura dell’estate, sarà difficile proporre ricorso al TAR ed avere una risposta in tempo utile), in quattro pagine tra motivazioni e dispositivo, nelle quali si scrive di tutto e di più, si tenta di regolamentare ciò che, a causa delle molteplici modifiche che da mesi si susseguono, è completamente fuori controllo: il traffico veicolare.
Come gruppo “Per Procida:
In epoche non sospette abbiamo invitato l’Amministrazione comunale ad avviar sulla problematica non nuova e per questo particolarmente complessa da risolvere a una discussione approfondita sia con le forze politiche che con le associazioni di categoria, sindacati e cittadini: NULLA!
In epoche non sospette abbiamo invitato l’amministrazione a prendere in esame modelli organizzativi che consentissero un maggior controllo del territorio da parte delle Forze dell’Ordine: NULLA!
In epoca non sospetta abbiamo invitato i consiglieri de “La Procida che Vorrei” a dimettersi per manifesta incapacità: NULLA!
La babilonia in cui, purtroppo, è stata trasformata la nostra isola è sotto gli occhi di tutti. Di fronte a scelte scellerate, e non condivise, il popolo ha il diritto all’autodeterminazione!!!
Vorrei dire alla opposizione che il popolo ha avuto il diritto di cacciarvi
almeno adesso si prova a fare qualcosa sulla questione traffico dopo anni di indifferenza, anche se c’e’ sempre qualcuno che si ripara dietro le leggi per non far applicare nulla(gli stessi che non le rispettavano prima).