Questo 2009 per l’isola di Procida è l’anno che precede la tornata elettorale per le comunali e pertanto, guardando un pò in giro, non è difficile constatare come la campagna elettore sia già abbondantemente iniziata.
Ma, chi pensasse di trovare uno o più schieramenti attivi sul campo che si contrappongono su idee o modelli diversi resterà deluso dal verificare, ahimè, che, di tutto si parla, tranne di idee e progetti per il futuro dell’isola. Anzi, a dire il vero, se convenzionalmente indichiamo con <<centrodestra>> chi governa l’isola e con <<centrosinistra>> chi si trova all’opposizione, atteso che oggi è assai difficile potersi richiamare ad appartenenze specifiche, sembra che le posizioni più dure verso l’attuale maggioranza si riscontrino proprio là dove meno naturalmente si dovrebbero trovare.
Sono, infatti, non più di tre mesi che tre consiglieri di “Procida in Progresso”, non tre tipi qualunque ma un assessore, il capogruppo e l’oramai ex presidente del Consiglio Comunale, hanno raccolto armi e bagagli “tradendo” la consolidata appartenenza.
Altri assessori, quali Costagliola e Capezzuto, tuonano contro il Sindaco (ultimo il litigio, da numeri al lotto, tra il sindaco Lubrano e lo stesso Costagliola nelle stanze del Comune) ed altri componenti della stessa Giunta, così come altri consiglieri, sempre per il bene del paese, fanno pesare l’alzata di mano dell’undicesimo ed indispensabile voto. Eppure la calma regna sovrana.
Detto questo, in un paese appena appena normale, ci si aspetterebbe dalla minoranza, che convenzionalemente abbiamo detto di centrosinistra, alzate di scudi giornalieri, richieste ufficiali di scioglimento del Consiglio Comunale, atti pubblici per raccogliere i mugugni ed i dissensi che serpeggiano tra i cittadini e le stesse forze politiche, interrogazioni e richieste continue di convocazione del Consiglio Comunale. Insomma un po’ di sana “ammuina”.
Ed invece, quasi per miracolo, a parte qualche timida sceneggiata resa per il pubblico a casa, casomai c’è la diretta web; in Consiglio Comunale, regna un clima di totale fair play (in onore del nuovo presidente del Consiglio Comunale) e di alta responsabilità istituzionale.
Un 2009 che si è aperto con l’Unione per Procida ufficialmente frantumata in mille pezzi, gruppi consiliari che vanno e vengono (ci sono addirittura dei consiglieri da guinnes dei primati, che negli ultimi mesi, non riescono a fare due sedute di consiglio consecutive nello stesso gruppo), il Partito Democratico in cui non si capisce la posizione del coordinatore Giovanni Villani che sembra si sia dimesso così come sembra che non lo sia.
Tutto, comunque, sembra riproporre l’oramai stantio film, cotto e strariscaldato, del tutti contro tutti dove, tra “test di verginità”, “club dei duri e puri”, “il nuovo che avanza” e “lo sai chi l’ha sparata più grossa” in repertorio è di primordine.
Certo, a pensar male si fa peccato ma, dato per scontato che ci troviamo al cospetto di tutti galantuomini, sorge comunque spontanea la domanda sul perché, non mancando gli argomenti di discussioni e dato che i numeri di oggi sono più che sufficienti, non si chiede un Consiglio Comunale per discutere, ad esempio, sul dissesto finanziario di Comune e varie partecipate. Perchè non si parla più della vendita delle quote del porto di Marina Grande – il più fallimentare del globo- perchè non si parla più delle tariffe di SEPA, SAP, del nuovo bando sulla pulizia delle spiagge, di sanatorie che non sanano e delle assunzioni sempre dietro l’angolo?
Tutti temi, non inventati dai comunisti di turno, ma sollevati in questi anni dalla stessa minoranza che viceversa oggi, paradossalmente più forte numericamente ed a un passo dal far” traboccare il vaso”, sembra aver abbandonato l’azione ed essere diventata più silente, indulgente e comprensiva.
In un paese appena appena normale chi ritiene che il traffico sia nocivo alla salute, faccia perdere turisti perchè ci troviamo in un isola troppo caotica e via dicendo, dovrebbe essere il primo a girare a piedi e utilizzare quello che resta dei mezzi pubblici. Invece, ovviamente, visto che siamo un paese all’incontrario, quelli che chiedono la chiusura del traffico sono i primi che, per i motivi più svariati, chiedono ed ottengono il permesso per se stessi, i loro sodali ed i loro turisti che, naturalmente, raggiungono Procida con auto a seguito.
In un paese normale sarebbe appunto normale l’ordine e pulizia invece, a Procida, per otto /nove mesi possiamo stare anche nella “munnezza” poi vediamo lo sporco con l’approssimarsi della primavera perché arrivano i turisti.
In un paese appena appena normale questa gente avrebbe la dignità di svoltare registro ed andare a casa oppure verrebbe pressa a pedate dai cittadini ed accompagnata alla porta. Purtroppo, non dimentichiamo che il nostro è un paese all’incontrario e quindi, dopo aver scoperto che i responsabili di questo sfacelo saranno stati neanche a dirlo i cittadini, i calci nel lato B saremo costretti a dividerli tra i soliti noti (se tutto va bene).