Siete ancora indecisi su come votare specialmente sul tema del nucleare, vi consiglio di leggere questo post dell’amico Rudy Bandiera
Rubbia si che ne sa, altro che Celentano!
Sembra incredibile come due persone che vogliono la stessa cosa siano considerate (mediaticamente) in maniera inversamente proporzionale rispetto a quanto sanno della cosa stessa. Celentano, cantante straordinario e mediocre attore, quando scrive al Corriere della Sera sta in prima pagina come prima notizia, quando scrive Carlo Rubbia (nobel per la fisica) sta in fondo alla pagina e nessuno lo considera.
Quindi io che non sono nessuno, voglio dare spazio a Rubbia sperando che qualche ultimo fedele dell’uranio arricchito si converta prima del referendum domani, riportando un passo di una sua intervista che trovate su Repubblica.
La Germania ha deciso di chiudere le centrali nucleari perché considera più conveniente investire nelle fonti rinnovabili. Condivide il giudizio?
“Io ho parlato a lungo proprio con le persone che hanno preso questa decisione. È stato un passo importante perché il futuro è lì, ma bisogna tener presenti i tempi dell’operazione: le fonti rinnovabili per esprimere a pieno il loro potenziale, arrivando a sottrarre quote importanti ai combustibili fossili, hanno bisogno ancora di 10-15 anni. Quindi bisogna pensare a una transizione”.
Per questo il centrodestra italiano parla di nucleare.
“Non diciamo sciocchezze, una centrale nucleare approvata oggi sarebbe pronta tra 10-15 anni, alla fine del periodo di transizione. Noi abbiamo bisogno di impianti con un basso impatto ambientale e tempi di costruzione rapidi. Penso a un mix in cui l’aumento di efficienza gioca un ruolo importante, sole e vento crescono e c’è spazio per due fonti che possono produrre subito a costi bassi”.
Quali?
“Innanzitutto il gas, che è arrivato al 60 per cento di efficienza e produce una quantità di anidride carbonica due volte e mezza più bassa di quella del carbone: il chilowattora costa poco e le centrali si realizzano in tre anni. E poi c’è la geotermia che nel mondo già oggi dà un contributo pari a 5 centrali nucleari. L’Italia ha una potenzialità straordinaria nella zona compresa tra Toscana, Lazio e Campania, e la sfrutta in maniera molto parziale: si può fare di più a prezzi molto convenienti. Solo dal potenziale geotermico compreso in quest’area si può ottenere l’energia fornita dalle 4 centrali nucleari previste come primo step del piano nucleare. Subito e senza rischi”.