di Michele Romano
Ricerche, studi, tradizioni, storie, leggende, miti, arte, folklore e fede hanno messo in risalto la figura di Micael (Chi come Dio?) così solare e allo stesso tempo misteriosa e fascinosa sempre uguale e sempre diversa in luoghi e cultura lontane tra loro. L’Arcangelo Michel ha ampliato le sue stupende ali su tutte le rotte del Mondo che vanno da quelle dei mercanti, dei pastori, degli itinerari delle armate, dei percorsi dei pellegrini, dei naviganti ovunque seguendo la testimonianza del suo tragitto sin sulle vette dei monti che sul mare e nel profondo della grotte. Pertanto il culto dell’Arcangelo, cioè dell’annunciatore che sta sempre davanti a Dio, da Oriente a Occidente in una dimensione fortemente simbolica di profumo sacro e di fascinoso mistero.
In tal senso antichissima è l’origine del culto di Michele a partire dalla Frigia (Asia Minore III secolo dopo Cristo) per successivamente espandersi nelle regioni del mediterraneo legate a Bisanzio e alla cultura greca come la Puglia, la Romagna, la Campania, la Sicilia ed in altri luoghi. All’interno di questi percorsi mica elici, si riscontra una disdicevole manchevolezza, cioè l’assenza, della significativa testimonianza della nostra Abbazia, raccolta nel promontorio della cittadella medioevale. Questo sito, infatti, secondo il personale parere dello scrivente, racchiude in sé una rilevanza almeno pari a quella di Mont St. Michael in Francia e del Gargano di Puglia. Da questo punto di vista, battersi concretamente per colmare questo vuoto, impregnato di ingiustizia storica e culturale, e incardinare con forte visibilità Procida sulle strade del Mondo attraverso le ali dell’Arcangelo, costituisce il punto focale e trainante da cui partire per salvare, da una parte, il patrimonio della Terra Murata che stabilisce la ragion d’essere del nostro esistere, dall’altra parte, offrire un soffio vitale allo sviluppo socio-economico del territorio, imperniato su un turismo culturale e accogliente a misura d’uomo impreziosito dalla ebbrezza che, esclusivamente, il nostro mare sa offrire.
Per comprendere che tutto ciò non è frutto di mera immaginazione basta chiedere alle ammirevoli e professionali guide volontarie alle prese con un enorme e disordinato flusso di visitatori che bussano alla porta della Chiesa Madre. Ecco un indicatore concreto su cui tutti appassionatamente lavorare con grande umiltà per costruire un futuro migliore per questa meravigliosa terra, invece di continuare a perpetrare la deleteria malattia infantile che ha logorato e logora la comunità locale cioè la sindrome dei primi della classe che, una tantum, escono dal sonno dell’inerzia e organizzano incontri dei massimi sistemi con elucubrazioni masturbatorie e retrodatate. Pertanto il mio gentile invito è quello di evitare il più possibile questi sconci. Il Paese ha bisogno di ben altro.