Settimana europea per la riduzione dei rifiuti 2009 a Procida

di Antonio Sobrio

Nell’ambito della “Settimana europea per la riduzione dei rifiuti”, svoltasi tra il 21 e il 29 Novembre in vari Paesi d’Europa che hanno aderito all’iniziativa, anche Procida ha fatto la sua parte, grazie ad alcuni cittadini volontari che hanno deciso autonomamente di aderire all’iniziativa, convinti che ulla nostra isola si possa e si debba fare di più. Tra questi ho avuto il piacere di esserci anch’io ccupandomi, tra l’altro, di contribuire a diffondere l’iniziativa nelle scuole, nel mio caso specifico in due classi seconde del Liceo Scientifico, grazie alla disponibilità e collaborazione del professor Guido Pelosi che ha messo a disposizione due sue ore di lezione.
I ragazzi hanno risposto in maniera molto positiva e partecipe, mostrando tra l’altro una discreta conoscenza e sensibilità al problema. Il sistema utilizzato è stato la somministrazione di test a risposta multipla, compilati i quali si otteneva un risultato corrispondente ad un profilo. L’idea è scaturita soprattutto dalla volontà di voler coinvolgere i ragazzi senza ricorrere a soliloqui pesanti e noiosi, cercando di renderli partecipi, magari anche attraverso un attività piacevole e divertente.
Molto interessante è stata la discussione postuma alla lettura dei profili, durante la quale è emerso come in molti casi l’informazione non corrisponda sempre alla messa in pratica delle nozioni acquisite e spesso condivise, il più delle volte a causa di abitudini trasmesse in famiglia. Ad esempio è venuto fuori che la quasi totalità dei ragazzi beva acqua imbottigliata, ritenendo che quella del rubinetto sia piena di calcare e quindi dannosa per la salute. Non abbia ben chiaro dove vadano a finire i rifiuti, soprattutto quelli speciali come pile, elettrodomestici, e così via. Consideri l’uso di oggetti usa e getta, tipo i fazzolettini di carta, inevitabile, nonostante l’alternativa esistente di quelli riutilizzabili in stoffa, non facendo più parte questi ultimi, purtroppo, del nostro ordinario. Un’esperienza dunque molto positiva, sicuramente da ripetere e riproporre, partendo dalla convinzione che un cambiamento, se possibile, può partire proprio dalle nuove generazioni, non fosse altro perché diretti interessati, essendo in ballo il loro futuro e quello del mondo in cui vivranno. La loro naturale maggiore predisposizione e sensibilità al cambiamento li rende inoltre più flessibili e ricettivi rispetto al mondo degli adulti spesso incapace di mettere in discussione abitudini e modi di pensare ormai radicatisi nel tempo. Il professor Pelosi ha già dato la sua disponibilità.

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