Mi è apparsa una buona notizia apprendere che un mio caro amico d’infanzia, il “gemello” Vincenzo, è stato eletto presidente del Circolo Capitani e Macchinisti di Procida.
La simpatia per tale nomina nasce, in primo luogo, per l’alto profilo professionale acquisito nella sua lunga ed impegnativa attività nel settore marittimo. Di seguito, la ritengo, per la sua sensibilità e competenza, la persona giusta a porre la problematica dei lavoratori del mare, asse portante dell’economia isolana con quella dei trasporti ad essa annessa, nell’ordine del giorno nei luoghi dove si prendono decisioni, partendo dalla Sede Comunale. Questa personale valutazione è confortata dal fatto che, alcuni giorni prima della sua elezione, ci siamo incontrati, casualmente, da pensionati, sulla splendida spiaggia della Chiaiolella. E qui nel colloquiare, mi ha colpito la determinazione e la chiarezza nelle linee guida, se fosse stato scelto, da offrire alla storica Associazione. Ciò che più mi ha entusiasmato è la ferma volontà di battersi per la costituzione dell’Osservatorio del Mare, sperando di coinvolgere la nuova Amministrazione, per la quale può rappresentare uno dei banchi di prova credibili del “cambiare verso”, annuncio che ha creato i presupposti della vittoria elettorale. D’altra parte urge superare una deplorevole lacuna storica, far uscire dagli scantinati ammuffiti e dichiararlo al mondo intero che nell’arte marinara Procida è una primordiale eccellenza e nella svolta epocale verso quale ci stiamo incamminando, in rapporto al navigare la nostra comunità ha molte cose da produrre e far comprendere.
Con la disponibilità dell’itinerario filosofico, caro Vincenzo, ti auguro di contribuire a migliorare la qualità della vita di questa bellissima terra su cui abbiamo avuto il privilegio di essere nati ma con un destino cinico e baro che ci spinge alla dimenticanza.
In tal senso, come postilla finale, apprendere dai giornali che il consigliere regionale, presidente della Commissione Sanità, Lello Topo, si è recato sulla vicina Isola d’Ischia senza passare per Procida, mi crea estrema preoccupazione in quanto evidenzia una pessima comunicazione sul fatto che l’isola che precede quella all’ombra dell’Epomeo è dentro fino al collo di una criticità perniciosa del proprio servizio sanitario. Per questo usciamo dal torpore in cui tutti, dalle istituzioni al popolo, siamo nuovamente ricaduti e facciamo sentire con forza il nostro grido di esistenza.