Per evitare ogni equivoco ed interessate strumentalizzazioni sia in riferimento a quanto è stato da me precedentemente denunciato sui fatti di domenica 9/ dic., sia su quello che sto per evidenziare con il presente scritto, confermo la mia solidarietà ai Comandanti ed agli equipaggi delle navi, indipendentemente dalla società di appartenenza, per le mille “ rivolte” popolari, a volte anche irriguardose, che subiscono per atti che non a loro attribuibili: i tempi di percorrenza, i ritardi, la mancata effettuazione di corse, il dover lasciare a terra persone che eccedono la stazza autorizzata sono nella regola se non s’inverta la politica regionale. E’ dura e non sempre è comprensibile al profano la loro posizione di fronte ad uno dei soprindicati eventi, quando gli equipaggi di bordo sono costretti a fronteggiano le masse arrabbiate a terra; i veri responsabili di certi fatti sono altrove: nel management armatoriale e nella politica regionale del settore.
Oggi 11 dic., sul Porto d’Ischia, l’inaffidabilità del sistema di trasporto marittimo dell’Ass. Regionale Vetrella ha evidenziato un’ulteriore punta di eccellenza: i pendolari di prima mattina, messi di fronte al fatto che l’aliscafo Alilauro delle 0630 non partiva, si riversavano sull’unità veloce Isola di Procida (che opera in sostituzione dell’Aldebaran) ma solo una parte di essi poteva essere imbarcata dal momento che la stazza complessiva (che si determina in funzione dei sistemi di evacuazione della nave) tra gli imbarchi di Ischia e quelli di Procida non può superare le 250 unità. Naturalmente il risentimento dei presenti che aspiravano all’imbarco è stato forte perché i “ respinti “ erano provvisti di regolare titolo di viaggio (fatto che fa registrare un’ulteriore criticità nel sistema) ed anche perché la corsa della M/n Rosa D’Abundo della Medmar delle 0635 per Napoli è fuori linea da tempo per motivi tecnici. La detta situazione si è determinata anche perché la vera stazza dell’Isola di Procida, che è di 522 unità, non è stata raggiunta da tempo per la mancata revisione del secondo sistema di evacuazione per motivi economici e … tempi duri si prevedono anche per i prossimi giorni quando la mobilità si farà più intensa per le festività navali.
E’ questa la dura realtà che vive sulla propria pelle chi ha necessità di portarsi a Napoli per lavoro, per motivi di salute, per doversi raccordare ad altre modalità. E’ una realtà che deve essere cambiata solo dalla mobilitazione popolare e l’utenza deve fare la sua parte. Al suo diritto alla mobilità deve associare un impegno diverso per ottenere quella continuità territoriale che sicuramente non può essere conquistata orientando la propria legittima protesta contro chi stando a bordo è a sua volta vittima di scellerate scelte aziendali e regionali. E’ l’attuale gestione istituzionale in discussione, ancora una volta; una gestione di politica regionale di bassissimo profilo a cui, purtroppo, non manca il sostegno delle istituzioni locali.