Che amarezza! A Procida, distruggere tutto è la parola d’ordine.

di MIchele Romano

Che amarezza!, in modo così espressivo, manifesta davanti agli eventi che lo sovrastano, nella nota serie televisiva “I Cesaroni”, i propri sentimenti il fratello single del protagonista incarnato dall’attore Claudio Amendola. Tale effetto pervade su di me entrando nel vissuto della quotidianità della nostra cara isola. L’elemento emotivo mi viene offerto dalla “Sagra del Carciofo”, tenutasi nei giorni scorsi, e che da qualche anno viene organizzata al Borgo di Marina Chiaiolella attraverso lo slancio e la vitalità, in modo particolare di donne, con la loro associazione, nel nobile e generoso tentativo, anche attraverso tante altre iniziative, di far uscire dall’apatia e dall’abbandono questa amena località.
Ebbene cosa succede, scopri il fatto che gli elementi ostativi, a tale iniziativa, sono costituiti da coloro i quali dovrebbero essere da traino allo sviluppo ed al progresso dell’isola ed ovvero, da una parte, le espressioni futiliche nelle loro raffigurazioni massime, dall’altra, i “così detti” operatori turistici, sociali ed economici. Infatti, si percepisce che, tranne le poche ed ammirevoli eccezioni in entrambi i campi, questi soggetti stanno rinserrati nelle proprie parrocchie, nei propri livelli di inimicizia, di disistima reciproca, di pregiudizi, di ostilità, di gretti egoismi, di diffusa illegalità, in cui la parte politica trova visibilità con il suo sguardo silente e complice. Soprattutto i giovani, in questo clima, vivono in una realtà a parte con le proprie coordinate, del tutto avulse dalle problematiche concrete e vitali, certamente non per colpa loro, fa comprendere come, al momento, l’aspetto implosivo cioè il richiudersi in se stessi è prevalso su quello esplosivo che è la struttura peculiare della nostra terra e che dovrebbe condurre naturalmente il cuore e la mente oltre alla linea di demarcazione che l’orizzonte marino offre.
In attesa che la richiamata dimensione esplosiva prevalga, attiviamoci a escogitare iniziative alternative, come ci suggerisce, in modo sagacemente provocatorio, il cantante nostrano di tammurriata Leonardo “Auciello” come può essere la “sagra del digiuno” con canti, danze e mobilitazione.!

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