Non abbiamo compreso come sarà possibile sanare (definitivamente) gli immobili condonati “storici” dal 1985 al 2003 (per le isole di Ischia e Procida è un capitolo ancora tutto aperto) che si parla di un nuovo condono edilizio da inserire nella prossima manovra finanziaria che, secondo le stime del tecnici ministeriali, dovrebbe andare a sanare almeno 1,4 milioni di unità immobiliari non risultanti al catasto e che rappresentano gli abusi stratificatisi nei decenni, quelli che non sono mai entrati nei condoni per indifferenza o ignoranza dei proprietari, e al cui interno ci sono sicuramente quelle 350mila unità costruite negli ultimi sei anni. Sono immobili la cui regolarizzazione fiscale sta già prendendo corpo ma per i quali è indispensabile, dal punto di vista del gettito, pensare a una soluzione anche sul piano urbanistico. Se infatti la casa viene messa in regola con le tasse, automaticamente il Comune dovrebbe verificarla sotto il profilo della regolarità urbanistica. E a quel punto scegliere se far finta di niente, oppure accettare la concessione in sanatoria (ove possibile) oppure abbatterla. Quale proprietario vorrebbe trovarsi a pagare una sanatoria fiscale con la prospettiva dell’abbattimento dell’immobile?
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