di Giuseppe Ambrosino di Bruttopilo
“ C’’u mare nun se pazzèa, U mare è traditore!” Ma io quel giorno dimenticai il saggio consiglio.
Imperversava una violenta tempesta di mare. Di una furia che incuteva terrore, e di un fascino che ammaliava. Io e Tommaso, entrambi giovani ed incoscienti, ci avventurammo verso Punta Pizzaco per godere il grandioso spettacolo della natura.
Le onde erano così alte che nell’infrangersi, riversavano tonnellate d’acqua sul pianoro al di sopra dello strapiombo. Quando un’onda si ritraeva, noi ci avvicinavamo quanto più possibile al precipizio, pronti a scappare, quando sarebbe giunta l’onda successiva. La chimerica lotta contro il mare, rappresentava per noi la sfida al Destino, e il rischio ci procurava un piacere così intenso, che ci rendeva ebbri. L’avevamo fatta sempre franca, e con l’incoscienza di allora, fidavamo soltanto sulle nostre gambe.
Non mi avvidi di un sasso nero incastrato nel tufo, là dall’origine dei tempi. In quel sasso io inciampai, e mi ritrovai disteso a faccia a terra. Proprio in quell’attimo un’onda di una portata eccezionale, mi avvolse completamente e mi spinse verso l’alto, facendomi strusciare sulla roccia. Non riuscii più a rialzarmi per scappare e la grande massa d’acqua di ritorno mi risucchiò verso lo strapiombo, verso il mare, verso la Morte. Ad un tratto sentì un dolore terribile. Quel maledetto sasso nero, in cui, prima, ero inciampato, ora passandomi sotto, mi stava lacerando la pancia. Mi aggrappai ad esso con entrambi le mani e lo tenni stretto, finché l’immensa massa d’acqua passò tutta. Con uno scatto disperato, alla fine, riuscii a rialzarmi e cominciai a correre verso la salvezza. Tommaso stava là impalato, ad aspettarmi. Nei suoi occhi vidi il terrore, e solo allora mi resi conto di aver sfiorato la Morte. Il mare intanto continuava con indifferenza a sbattere sulla roccia. Quando si ritrasse, mi apparve quel benedetto sasso nero, a cui per un attimo io avevo appeso la Vita.
Ci fa piacere pubblicare questo brano del “procidano” Giuseppe Ambrosino di Bruttopilo che ha vinto il Premio letterario on-line Sagra del mare 2014 – sez. prosa – con la seguente motivazione
“In poche righe, con una prosa scarna ed essenziale, l’autore descrive un dramma dell’incoscienza giovanile nel sottovalutare la pericolosità della forza del mare agitato. Lo strusciare della pancia sul “sasso nero incastrato nel tufo, là dall’origine dei tempi” da la sensazione di un intenso dolore fisico che nonostante tutto porterà il giovane alla salvezza. Questo racconto è una testimonianza ed ad un tempo un monito perché “cu mare nun se pazzea. ‘U mare è traditore”. Il presidente della Giuria Dott. Giacomo Retaggio