Alla Chiaiolella il direttore ha affermato che occorrono le migliori energie per una politica gratis
di Salvatore Iovine (procidamia.it)
E’ stato Don Antonio Sciortino quest’anno ad inaugurare il classico appuntamento estivo della FIERA DEL LIBRO presso la sala PIO XII alla Chiaiolella. Il taglio del nastro è stato preceduto da una fluviale e mirabile diagnosi socio-economica della malata nazione Italia, con numerosi temi sul tappeto affrontati in meno di due ore, ma tutti ben avviluppati da un sottile e ben visibile fil rouge.
Ha in particolare messo sotto il microscopio della sua acuta critica, la irrisa famiglia di oggi, sbrindellata sia a causa dei pervasivi modelli televisivi e cinematografici propalati, sia a causa della colpevolezza della stessa Chiesa che porta all’altare coppie di autentici analfabeti delle sacre scritture, privi di una adeguata formazione pre-matrimoniale. Parole amare ma verissime, che evidenziano la corresponsabilità del clero che talvolta benedice coppie che prima del fatidico sì, già partono con la riserva mentale di affrontare un percorso coniugale che non dovrà avere eccessivi freni inibitori: non a caso le coppie di oggi non sono più vittime della crisi del settimo anno o del settimo mese, ma del settimo giorno di nozze. I giovani di oggi hanno bisogno non tanto di riti ecclesiali e di celebrazioni solenni, ma di quotidiani modelli comportamentali coerenti ed edificanti. La stessa famiglia o quello che resta, sembra aver smarrito il senso della sua missione, dal momento che si è trasformata in mero sindacato dei figli, questi ultimi da difendere sempre e comunque contro presunti professori e presidi vessatori.
Il direttore di Famiglia Cristiana dopo aver enfatizzato come le superstite famiglie da “Mulino Bianco” e la massiccia presenza di milioni di immigrati, siano gli unici lubrificanti sociali che tengono in piedi ancora il paese (in termini di sostegno economico, assistenza di figli, nipoti, anziani, contributo alla natalità in una nazione di culle vuote), ha puntato l’indice accusatorio contro l’iniquo sistema fiscale che da anni si riempie la bocca di quoziente familiare, ma che di fatto da decenni sminuisce la tutela della maternità, ignora gli asili nido e le adeguate detrazioni per famiglie numerose.
Al vicesindaco Elio De Candia che chiedeva lumi sul ruolo del cattolico nella dimensione politica, il sacerdote ha espresso la convinzione che rappresentare il popolo e mettersi al servizio del Paese dovrebbe essere un così grande onore e una fonte di somma gioia, che si dovrebbe farlo completamente gratis. Ha poi evidenziato che oltre al dovere per i cattolici di impegnarsi in prima persona in politica, occorrerebbe soprattutto una eccellente formazione culturale e professionale in merito, dal momento che il mero opinare è cosa ben diversa che maneggiare decreti, ordinanze e bilanci. E proprio la carente formazione di una oscena e improvvisata classe politica (le Iene docet) è tra le cause degli attuali disastri che quotidianamente viviamo. Non a caso dalle sue parti si dice che: “se sei senza arte e né parte, in politica gioca le tue carte”.
Al reverendo Ponticelli che chiedeva al giornalista-Sciortino, l’impari trattamento tra sequestrati di rango e marittimi rapiti a bordo delle loro navi, il direttore, dopo aver promesso un interessamento del suo settimanale alla vicenda, ha stigmatizzato gli atteggiamenti discriminatori assunti in questo frangente dalle istituzioni, individuando solo nel coinvolgimento massiccio di una sempre più narcotizzata opinione pubblica, una possibile risposta al problema: ossia la stessa soluzione che qualche mese fa si prospettava dalle colonne di questo modestissimo sito internet, nonché sul periodico Espressioni Procidane da giorni in edicola, da contrapporre ad uno sterile ed inconcludente silenzio, strumentale forse più ad uno “sconto” del prezzo da pagare per le vite umane.
Un dramma sempre meno sentito ora che incombe il solleone e la gente si approssima ad andare in vacanza, ma sopratutto reso ancora più angosciante ed inquietante dal disinteressamento della oscena classe politica concentrata sui temi dell’immunità e dei giochini elettorali, mentre le incombenti carestie e siccità, costituiscono le più terribili emergenze umanitarie degli ultimi 60 anni nel Corno d’Africa.