L’Agenzia Giapponese della Pesca ha fatto sapere oggi, 16 febbraio, che la nave Nisshin Maru, sulla quale vengono “lavorate” le balene uccise dalle baleniere, “e’ stata inseguita dalle imbarcazioni di Sea Shepherd ed ha sospeso le operazioni a partire dal 10 febbraio al fine di garantire la sicurezza del proprio equipaggio”. La stessa Agenzia ha anche dichiarato di stare valutando la situazione e non escludere la chiusura anticipata dell’intera operazione, per quanto nulla sia ancora stato deciso (16/02/11) Sea Shepherd ha comunicato che questa e’ la stagione di maggior successo nel contrasto alla Caccia alle balene nell’Oceano Antartico tanto che il portaoce Peter Hammarstedt ha dichiarato alla ABC di “vedere profilarsi all’orizzonte la vittoria” per quanto questo lo si potra’ realmente affermare solo quando le navi giapponese rimetteranno la prua verso casa. “Noi parliamo l’unico linguaggio che questa gente capisce: guadagni e perdite. Ogni giorno in cui gli impediamo di catturare balene, significa milioni di dollari di perdite. Se noi teniamo impegnata la Nisshin Maru questa non puo’ caricare le balene uccise dalle baleniere. Se queste non possono scaricare le balene abbattute non ne possono uccidere altre e quindi la caccia è di fatto bloccata.” Secondo la televisione giapponese Tokyo Broadcasting System (TBS) “il Governo sta valutando la situazione cosi’ pericolosa da poter causare delle vittime umane e si prepara a richiamare in Giappone la flotta baleniera. Questa decisione significherebbe una resa contro gli attivisti anti caccia alle balene. Si tratta quindi di una decisione molto difficile“. Secondo Junichi Sato, un attivista di Greenpeace, la sua associazione disporrebbe di informazioni per cui il Governo si appresterebbe realmente a richiamare in patria la flotta baleniera anche perche’ afflitto da un consistente stock di carne di balena invenduta, frutto delle precedenti campagne. Secondo Greenpeace “la campagna di disturbo di Sea Shepherd è solo una scusa, il vero problema è interno al Giappone.” Greenpeace da tempo sostiene che il finanziamento pubblico giapponese alla caccia alle balene è uno spreco di denaro che accumula riserve di carne che resta invenduta, in quanto le abitudini alimentari dei giapponesi in questi ultimi anni sono profondamente cambiate. Secondo il portavoce di Sea Shepherd, la flotta baleniera quest’anno è riuscita ad uccidere tra 30 e 100 balene, una minima frazione delle 1.035 che si era proposta di abbattere “per scopi scientifici”. Sempre secondo Sea Shepherd, i giapponesi non hanno speranza quest’anno di prendere piu’ del 10% della quota prefissata: una catastrofe economica. La flotta baleniera giapponese in Antartico conta circa 180 uomini su quattro navi. Il suo obiettivo era l’abbattimento di 850 Balenottere minori (Balaenoptera acutorostrata) durante la stagione che si chiudera’ a marzo. L’anno scorso, nello stesso periodo, il Giappone aveva abbattuto 506 Balenottere minori, ben al di sotto della quota prefissata di 850.
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