Perugia Adista – Carta canta e di carte la procura di Perugia ne ha trovate parecchie nel computer della segretaria di Diego Anemone, Alida Lucci. Risultato? 900 pagine che rendicontano entrate e uscite del costruttore, depositate il 24 maggio scorso agli atti dell’inchiesta sui “Grandi Eventi”: un documento che rafforza le accuse ai principali protagonisti di questo affaire (v. Adista nn. 55/10 e 10/11).
Tra versamenti all’allora ministro Claudio Scajola e bonifici per l’ex ministro Pietro Lunardi – nei confronti del quale la Camera ha finora negato l’autorizzazione a procedere – sembrano trovare conferma anche i rapporti con il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli e prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (ex Propaganda Fide) dal 2001 al 2006, indagato per corruzione. La questione è nota: in cambio della cessione a Lunardi, a un prezzo stracciato (3 milioni di euro a fronte dei 9 stimati dall’accusa), di un palazzo di via dei Prefetti di proprietà della Congregazione di cui era a capo, il card. Sepe avrebbe ottenuto la ristrutturazione della sede della Congregazione attraverso i finanziamenti della società Arcus spa (Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo, istituita dal governo nel 2004, che per lo svolgimento delle proprie attività e per il suo funzionamento si avvale di consistenti stanziamenti pubblici), per un esborso complessivo di 10 milioni di euro (Corriere della Sera, 25/5). L’archivio contabile di Anemone riporta anche un versamento, datato 12 novembre 2004, di 5mila euro a favore di «C. Sepe».
Ma i rapporti di Anemone con esponenti della gerarchia romana non finiscono qui. Nelle 900 pagine trovano spazio le annotazioni di un versamento di 5mila euro (in data 19 maggio 2004) a mons. Francesco Di Muzio, capo ufficio dell’amministrazione immobiliare di Propaganda Fide, per una «benedizione» e di due omaggi in profumi (105 euro il 7 luglio 2008, 535 euro l’11 dicembre dello stesso anno); e di un versamento di 3.250 euro (in data 12 luglio 2007), per le spese del fuoristrada di mons. Franco Camaldo, cerimoniere del papa. (i. c.)