Nell’ambito della politica locale, nel momento post elettorale quando giunge l’ora della distribuzione di cariche e incarichi ai vari collaboratori, non si può certo dire che la delega al culto sia tra quelle di prima fascia o, per capirci meglio, tra le più ambite anche perché, nella sostanza, è molto difficile riuscire a comprendere di cosa si debba occupare il titolare, consigliere comunale o, come nel nostro caso, assessore, che sia.
Da questo punto di vista, ed ecco un elemento di novità, Carlo Massa, componente dell’attuale Amministrazione guidata dal Sindaco Dino Ambrosino, che nel “pacchetto” di deleghe ha avuto in dote anche il culto, ha una sua idea che abbiamo avuto modo di sviluppare durante un nostro recente incontro. «Il ricordo di don Salvatore Romano e don Michele Ambrosino è sempre vivo in me da quando, in età scolare, svolgevo il compito di chierichetto appassionandomi, così come tanti altri fedeli, alle varie funzioni e alle omelie che tenevano. Oggi, purtroppo, vedo le Chiese sempre più vuote e sacerdoti più soli. Questo, a mio avviso – sottolinea Carlo Massa – deve farci riflettere. Se poi aggiungiamo anche gli oratori così come gli spazi ed immobili che rientrano nella disponibilità degli enti di culto che pure risultano chiusi o poco utilizzati mentre il territorio chiede sempre di più punti di aggregazione, non ci dobbiamo meravigliare di fenomeni come l’utilizzo della casetta oppure del continuo vagare per bar di giovani e non solo. Evidentemente c’è più di qualche cosa che non funziona».
A questo punto è naturale chiedersi che cosa la Chiesa può fare ed anche qui Carlo Massa non lo manda certo a dire: «La Chiesa deve essere un punto di riferimento, valido e forte, per tutti, giovani e meno giovani. Non a caso Papa Francesco dice di aprire le porte a Cristo, inteso come portatori di disagio, tossici, senza fissa dimora, extracomunitari, anziani bisognosi. Non sono uno stinco di santo, solo da pochi anni ho ricevuto il dono della Fede, vado a Medjugorje e girando per le varie chiese del territorio ho notato, ad esempio, che la recita del rosario così come le stesse funzioni sono accompagnata da un chiacchiericcio di sottofondo, i fedeli si accostano all’eucarestia con troppa facilità e le stesse omelie sono alquanto fuori contesto. Ovviamente non tutto è da buttare ma, probabilmente, considerato che la Chiesa resta, per un piccolo territorio come l’isola di Procida, una importantissima agenzia educativa, bisogna lavorare per creare maggior interesse e dare risposte concrete a quelle che sono le esigenze maggiormente pregnanti della comunità nel terzo millennio». Sino ad ora abbiamo parlato degli altri ma è naturale che l’istituzione Comune non può e non deve chiamarsi fuori e, in modo particolare, nell’ambito sociale deve far fronte alle proprie responsabilità: «Da questo punto di vista – conclude Carlo Massa – a breve inviterò tutti i sacerdoti presenti sul territorio per discutere con loro di problemi concreti e di quale può essere il contributo del Comune per migliorare le cose. L’auspicio è che, sin da subito, le strutture esistenti, che non sono poche, vengano maggiormente utilizzate ed in prospettiva iniziare a prendere in considerazione l’idea di destinare qualche attuale luogo di culto ad altre attività sociali quali, solo per fare qualche esempio, un teatro comunale, una biblioteca, un centro di assistenza diurno per giovani ed anziani».
Secondo me
con questa delega,dopo quelle di Carannante al Mare,abbiamo raggiunto il ” top “.
Mi piacerebbe sapere che ci passa x la testa a questo Sindaco che distribuisce caramelline e cioccolatini a tutti…
sarebbe interessante uno studio pschiatrico o psicologico per capirne la storia di questa genesi…
amico Carlo ,forse non ricordi bene , ilo nostro concittadino ROMOLO RUNCINI ,aveva offerto al comune il suo patrimonio di libri a patto che si facesse una biblioteca , il comune se ne fregato ed ora i libri stanno a ROMA
il teatro dove lo vuoi fare se i luoghi sacri ,le chiese x esopio ,debbono essere prima sconsacrate poi passare dalla CURIA al COMUNE poi si puo’ iniziare a parlare
ma con questi chiari di luna che stanno al comune tu credi di riunire i preti e fare qualcosa.lo vuoi capire che per i preti i loro luoghi e’ fonte di guadagno
leggi battesimi matrimoni ,funerali,etc etc
Sig. Pugliese, saro’ poco perspicace, ma non capisco cosa c’entri il Sindaco, con le questioni tirate in ballo nella suddetta intervista. Spero di non offenderla, ma lei spesso, purtroppo, mi ricorda un mio vecchio Comandante Toscano, che pur di contraddire tutto e tutti, arrivava a dire che l’acqua di mare non e’ sempre salata. Deleghe o non deleghe, i punti interrogativi restano. Non so se lei frequenta la chiesa ne, se si, quale parrocchia. Ma mi dica quante volte, eventualmente, le e’ capitato di uscire dopo una messa e di sentirsi felice, almeno piu’ di quando lo era all’entrata. Quando si e’ avvertito quel benessere spirituale che dovrebbe trasmettere una funzione religiosa, un’omelia, un’unione di intenti e di spirito, oltre che di fede. Io cha lavoro x mare, nel poco che posso frequentare la chiesa, ho avuto raramente questa sensazione. Eppure a volte il mio lavoro mi ha portato in posti strani, dove ho assistito a qualche messa, sia in Italia, ma specie all’estero. E posso assicurarla che raramente ho provato quella gioia a casa mia, un’isola che ha piu’ parrocchie pro capite che quasi qualsiasi altra comunita’. Sono stati davvero pochi i preti che mi hanno fatto sentire migliore, che mi facevano venire voglia di aprire gli orrizzonti, di vedere piu’ lontano del mio naso.
Ma e’ facile prendersela contro avversari politici, a prescindere dal contesto. invece apprezzo moltissimo il coraggio di Carlo, che non ha niente da nascondere o perdere, che a suo modo qualcosa per il prossimo l’ha sempre fatto, a cominciare quando da ragazzo si prendeva spesso gli sfotto’ dei suoi coetanei (ed io lo sono), ma comunque si prestava a varie cause, piu’ piccoleo piu importanti, senza nessun interesse, specie politico, quasi mai economico, e senz’altro mai sociale. Dire che forse non servono, tante parrocchie, se non si trasmette positivita’, felicita’, senso civico, morale, e molto altro alcora, denunciare queste cose col cuore in mano, no, questo non lo fa nessuno. COme se si avesse timore di conseguenze, magari mortali. Ci si accontenta di sentirsi sermoni inutili, fuori dalla logica e dal contesto civico locale, e non si dice niente. Ci sentiamo magari accusati di chissa’ quale colpa, quando poi proprio in quel momento ci rendiamo conto di quanto infelicita’ ci sia, proprio all’interno di quella chiesa, magari controllando l’orologio ed aspettando ansiosamente che la messa finisca ed andiamo tutti in pace.
Quando ero un ragazzino, c’erano vari gruppi di giovani che avevano a disposizione dei piccoli spazi, ma soprattutto la pazienza e la dedizioni di Parroci come DOn Antonio prima, Don Giovanni dopo, alla Marina, dove su quelle stanze passavamo ore felici, sane. Lo stesso giu’ alla Chiaiolella con Don Michele ed i suoi ragazzi, con i quali si creavano a volte delle competizioni sane, belle. E tra quei giovani c’era Lello Ponticelli, Peppino, insomma, certe situzioni di serenita’, avranno pure contribuito,a che se in minima parte, alla formazione di cosi’ tanti uomini di DIo! Lo stesso o quasi capitava alla Madonna della Libera, dove si creavano cose nuove, si ammise una Radio libera proprio nei locali della chiesa stessa. Anche nelle piu tradizionali e conservatrici parrocchie, tipo San Leonardo o Terra Murata, c’era disponibilita’, c’era gioia. Noi giovani venivamo portati in monasteri, dai Gesuiti, si mangiava insieme, si cresceva insieme. Oggi invece i ragazzini non vedono l’ora di “crescere” cosi’ possono finalmente smettere di frequentare la chiesa, perche’ si sentono forti nel ribattere le richieste di noi genitori. Apriamo le porte, smettiamo di erigerci ad esseri perfetti, i pulpiti non si usano piu’ da 60 anni! Smettiamo di cazziare i poveri fedeli che si trascinano in chiesa, apriamo le porte, per davvero!! Predicare e’ importante, ma razzolare meglio, lo e’ ancora di piu’.
Sig.lubrano
Le rispondo volentieri,anche per sviluppare meglio il pensiero espresso ,in modo sintetico,nel mio post.
Per prima cosa, fino a prova contraria,è il Sindaco,che in veste del suo ruolo istituzionale,che attribuisce le deleghe.Non è che Massa se le può auto-attribuire.
Ho criticato questa delega perchè,a mio parere, è inopportuna,inefficace,strumentale a fini politici..
E’ inopportuna perchè con tutti i gravissimi problemi che abbiamo a Procida,dalla sanità al turismo,
dalle casse vuote comunali e con debiti pesantissimi e tante.tante…alltre criticità
il solo pensare di attribuire ulteriori incarichi ,appesantendo giù il carico di di lavoro che un ass.re ha da sè,
mi sembra del tutto inappropriato ed ingiustificato.
Poi,se non sbaglio,in campagna elettorale,si criticava le passate amministrazioni di eccessi di deleghe,non mi sembra che si stia facendo diversamente.
E’ inefficace,perchè da convintissimo laico tout-court,penso che le questione religiose debbano rimanere nel loro ambito,e che lo Stato sovrano debba affermare la sua piena laicità .
Poi,vorrei dirLe Sig. Lubrano ,ma non se ne dispiaccia,perchè sono una persona che parla in faccia,non ho veli,
mi sembra che è stato un pochino…superficiale,ad etichettarmi come solo un criticone tout-court.
Per chi mi conosca solo un po,io non sono un partigiano nella politica,non ho tessere di partito,alle ultime elezioni comunali non ho votato.
Mi piace l’indipendenza di pensiero e non cerco mai di fare una critica ,un giudizio,a prescindere..cerco solo di essere obbiettivo e realista..se ci riesco..
Per quanto riguarda poi la strumentalizzazione politica,beh.mi pare che è evidente, l’ingerenza nel campo religioso per accattivarsene i voti e le influenze..
come pure l’altra delega al Mare a Carannante è “SCANDALOSA “, è evidente il tentativo di accaparrarsi i voti di qualche marittimo alle prime armi, prova ne è che il titolare di questa delega non penso che conosca le problematiche dei lavoratori del mare,mi sembra una cosa assurda e pazzesca.
Ecco perchè nel mio post precedente menzionavo che sarebbe interessante capire la genesi di
queste deleghe,i presupposti..le motivazioni..
Bravo Carlo Massa,
su diversi punti sono d’accordo con te e se ricordi c’ero anche io ai tempi di Don Salvatore Romano e Don Michele Ambrosino, ed e’ tutto vero quel che dice anche il Sig. Mimmo Lubrano su quando eravamo ragazzini e si fomavano dei veri e propri gruppi nelle parocchie , si andava a messa , si giocava a pallone contro gli altri gruppi delle altre Chiese, il presepio da fare un mese prima del Natale di notte, una pizza tutti insieme la domenica dopo la messa ed i pellegrinaggi, la partecipazione alle processioni, ma su di una cosa ritengo che il sig. Lubrano ed anche Ass. Massa non hanno considerato, cioe’ che non sono i ragazzi di oggi che vogliono crescere in fretta, ma e’ propria una forma di educazione che parte da noi genitori che e’ cambiata, prima infatti erano i nostri genitori che con qualche “amorevole sberletta” ci obbligavano ad andare in chiesa tutte le domeniche, non avevamo internet a quei tempi, oggi la colpa che le chiese sono vuote o che cmq non sono presenti tanti giovani la si deve dare anche a noi genitori che non facciamo il massimo per far capire ai nostri figli che e meglio frequentare magari con altri amici la chiesa invece che stare davanti la playstation, o tutto il giorno a chattare in facebbok, ma le colpe (personalmente) le divido anche con i sacerdoti che non son piu’ come il caro don Salvatore Romano e gli altri menzionati dal signor Lubrano che usavano anche loro dare qualche piccolo scappellotto per indurci a rimanere a servire la messa anche di sera, o che rimproveravano le nostri madri se avevamo saltato la messa, ed una parte di colpa la do anche alle scuole, soprattutto le elementari e la scuola media che non hanno piu’ quella cultura di far comprendere ai ragazzi (come dovremo fare soprattutto noi genitori) l’importanza di frequentare la Chiesa. Hai avuto coraggio Sig. Carlo Massa e spero che il tuo articolo e la tua iniziativa porti a qualcosa di buono, sono convinto che se i giovani ritrovassero tale via come citi nel tuo articolo in molti poi non avrebbero poi quel bisogno di far uso di droghe o di bere piu’ del dovuto con la convinzione che sia l’unico modo per potersi divertire.