Riceviamo e pubblichiamo dal cap. Angelo D’Orio, una sua lettera inviata alla nostra redazione, come a molte testate giornalistiche, sulla drammatica vicenda del sequestro dei nostri concittadini nelle mani dei pirati somali da ormai 6 mesi. La sottscriviamo in pieno e la facciamo nostra. Se volete aderire firmate con un commento alla lettera o sulla nostra pagina facebook. Grazie ancora Angelo.
Gentile Direttore,
mi chiamo Angelo D’Orio e abito a Procida, una splendida isola del Golfo di Napoli, da 6 mesi alcuni miei paesani stanno vivendo una esperienza terrificante.
Sono nelle mani dei “pirati” somali, parlo delle due navi ITALIANE di Compagnie Armatrici Italiane la “Savina Caylin” e la “Rosalia D’Amato”.
Anche il Santo Padre nell’Angelus li ha voluti ricordare, ma il tempo che passa e il silenzio assordante di tutti i media nazionali rende quest’attesa, principalmente per i familiari una ferita aperta e sanguinante. Non vi è nessuna traccia mediatica se non all’inizio, da parte di tutti i giornali, televisioni ed altro di questa tragedia umana che si sta consumando, sotto gli occhi di tutti, ma che si fa finta di non sapere, di non vedere, di non sentire….
Si consumano giornalmente pagine intere di riviste e programmi televisivi per “osannare” un assassino ( in generale) e non si spende una parola (una) per questi ragazzi “italiani e non” che hanno il solo torto di essere nel posto giusto al momento sbagliato.
6 mesi, 180 giorni, 4320 ore di agonia senza sapere se fuori c’è qualcuno che si ricordi di loro, senza sapere se vivranno, se moriranno, che tristezza.
Appena liberi, mi chiedo cosa vorranno sapere, cosa chiederanno, chi dovranno ringraziare per la loro liberazione, i media, la Chiesa, il democratico popolo italiano o altri.
La mia coscienza mi impone di parlare, la mia coscienza mi impone di non tacere, il mio cuore fa a cazzotti con il cervello perché “è stato imposto il silenzio”, e il silenzio è stato rispettato da tutti i Procidani, che solo per una “fiaccolata” sono scesi in piazza a manifestare solidarietà per i familiari, ma adesso basta è venuto il momento di gridare ad alta voce LIBERATELI!!! sono uomini di pace, sono padri e figli che non meritano di tornare alle proprie case in bare di legno con tanto di bandiera tricolore, abbiamo già vissuto queste esperienze e NON VOGLIAMO ripeterle.
Egregio Direttore la ringrazio per l’attenzione che vorrà dedicare a questa mia, nella speranza che questa mia piccola voce possa essere un grido che echeggi costantemente nelle menti dei nostri governanti.
NON ABBANDONIAMOLI
Distinti Saluti
Capt. Angelo D’Orio
Francesco Lubrano Lavadera – responsabile del blog Procida Blogolandia.it