Ed eccomi qui finalmente come ogni estate tornare nella mia isola. Ogni volta la ritrovo sempre più bella e luminosa, con quel mare limpido e azzurro. Prima dell’approdo al porto , sento nell’aria quel profumo che respiravo da ragazzina, un, misto di salsedine e odore forte di ginestra. Poco dopo mi ritrovo sul lungomare seduta sopra una panchina a gustare l’aria fresca , con il sole sulla pelle e la brezza del mare tra i capelli. Chiudo gli occhi e mi trovo come in un sogno di nuovo bambina , in riva al mare con un mio piccolo amico, un divertente e buffo cagnolino. Quante risate e quanti giochi in riva al mare! All’improvviso riapro gli occhi vedo un ragazzo, sta seduto poco lontano da me. IL volto è triste sembra quasi che pianga. Mi avvicino con una certa curiosità non per disturbarlo ma per scoprire perché è tutto solo e malinconico. Così gli chiedo il perché di quella tristezza, ma la mia voce sembra andare via nel vento e con le onde del mare, forse la sua mente è lontana, chissà in quale mondo è perduta. Penso come possa un ragazzo cosi tanto assorto da non alzare neanche la testa al mio richiamo. Mi allontano , ma poi torno indietro e lo chiedo di nuovo con un tono di voce più dolce e sicura. Lo saluto con un “ciao”, c’è silenzio, forse non ha voglia di parlare. Mentre sto per chiamarlo, vedo la sua testa alzarsi leggermente per rispondere al mio “ciao”, alza il viso e vedo due splendidi occhi azzurri come il mare. Gli chiedo il suo nome, una domanda un po’ banale per rompere il ghiaccio, lui mi guarda con il viso ancora pieno di tristezza e abbassando di nuovo gli occhi mi risponde “Marco” e parlando sottovoce mi ringrazia di essermi fermata. Io mi chiamo Simona gli rispondo. Ci stringemmo la mano e subito mi accorgo di essere diventata sua amica, e nella mia mente passa un pensiero. Potrebbe essere mio figlio con i suoi sedici o diciassette anni. Marco comincia a parlare e dice signora le posso dare del tu ? Gli rispondo di si e gli dico che ha la stessa età di mio figlio, lui mi risponde che mio figlio è molto fortunato ad avere una mamma come me. La sua li ha lasciati per andare a vivere con un altro uomo molto ricco, cosi si sono trovati soli senza l’aiuto di nessuno. Per questo motivo è cosi triste, mi dice che vorrebbe trovare il modo per far tornare la sua mamma, per essere di nuovo una famiglia felice come tutte le altre. La loro condizione non è delle migliori, infatti non vivono nella ricchezza, il suo papà fa il pescatore e riescono appena a tirare avanti. A lui manca ancora un anno per diplomarsi e non vede l’ora che passi molto in fretta per intraprendere un lavoro e fare in modo che il suo papà sia orgoglioso di lui. Dopo aver detto queste parole si allontana salutandomi appena. Lo richiamo e gli dico di non preoccuparsi, lo aiuterò a trovare la sua mamma dandogli appuntamento dopo due giorni e lo prego di stare tranquillo. Lo saluto agitando il cappello che aveva messo in testa per ripararmi dal sole. Ritorno a sedermi sulla panchina e penso a cosa posso fare per aiutare Marco e la sua famiglia. Poco dopo mi alzo e mi avvio verso il molo. La sera sta quasi per scendere, quando intravedo una figura .Mi avvicino e nel passarle accanto la sento singhiozzare. Allora mi fermo e con molto tatto le chiedo perché piange. La donna si gira e in quegli occhi pieni di lacrime gli occhi azzurri di Marco. All’ inizio è diffidente, poi finisce per raccontarmi tutta la sua storia, dandomi ulteriori conferme che si tratta della mamma di Marco. All’ inizio è diffidente, poi finisce per raccontarmi tutta la sua storia, dandomi ulteriori conferme che si tratta della mamma di Marco. Mi racconta anche del suo pentimento per ciò che ha fatto e della sua disperazione nella certezza che ormai ha perduto la sua famiglia e non ha più il coraggio di ritornare da loro. allora le racconto del mio incontro con Marco e la disperazione di tutta la famiglia. La incoraggio a tornare dai suoi cari che l” attendono con ansia. Cosi” rincuorata, si avvia verso casa sua, mentre io l’accompagno. Troviamo l’uscio di casa socchiuso, piano piano lo apriamo e davanti ai nostri occhi appare una scena davvero commuovente. I ragazzi sono addormentati con la testa sul tavolo ancora apparecchiato e con gli avanzi della cena e il marito inginocchiato in un angolo davanti all’immagine della Beata Vergine del mare. La donna chiama il marito per nome e questi le corre incontro e l’abbraccia. insieme cadono in ginocchio davanti all’immagine della Madonna. In punta di piedi corro a svegliare Marco, che si alza immediatamente come se sapesse tutto. Corre nell’altra stanza, mentre si svegliano anche le sorelline e corrono insieme nelle braccia dei genitori che stanno ancora piangendo, ma sono lacrime di gioia. Si stringono forte per essere di nuovo insieme. esco senza far rumore da quella casa avviandomi verso la mia, dove trovo mio marito e mia figlia ad aspettarmi davanti alla porta preoccupati del mio ritardo. Con voce pacata dico loro che va tutto bene e che più tardi racconterò loro tutta la storia. Ormai è l’alba. Ora a distanza di anni, ho ricevuto una cartolina da un paese lontano, è di Marco dice che ha realizzato il suo sogno, mi invia un caro saluto e mi dice che ora è molto felice e che deve tutto a me.
