di Francesco Marino
A poche ore dall’appello dei familiari dei cinque italiani prigionieri dei pirati, un comunicato del Governo, comunica che lo stesso non pagherà il riscatto perché il pagamento si tradurrebbe in un favoreggiamento della pirateria.
A prima vista questo raggelante comunicato suonerebbe come una condanna a morto per i nostri prigionieri anche se, avendo seguito tutto la vicenda con passione, ma con mente fredda, esso rappresenta un primo vero segnale positivo che il governo invia a chi se ne intende.
Ho la certezza che l’armatore d’Amato ha un mediatore che segue la vicenda, e che il governo pagherà ma senza ammetterlo così come è avvenuto in situazioni analoghe.
Il governo, sia ben chiaro, non ammetterà mai d’aver contribuito al pagamento (e questo lo avevamo già chiaramente sottolineato in altri articoli). Vuole la certezza che il mediatore sia il soggetto giusto, ovvero che i soldi (tanti) richiesti vadano nelle mani giuste e che la Fratelli d’Amato faccia la sua parte. Queste sono le condizioni affinché il governo paghi.
Tuttavia, secondo la nostra opinione, la vicenda va verso la conclusione naturale che tutti auspicano sin dall’inizio.
In questo comunicato che apparentemente è sfavorevole alla trattativa, si noti l’assicurazione che sono state messe in campo tutte le risorse (euro) disponibili. Il tempo ci dirà se avevamo avuto ragione.
Tags Abitare a Procida Attualità Mare Pirateria Politica e enti locali
Potrebbe interessarti
Il mondo del mare s’incontra e propone. Ma pochi ascoltano la voce delle onde
di Nicola Silenti da Destra.it Il 6 marzo scorso si è svolta presso la Commissione attività …