Sta passando molto sotto silenzio il prossimo termine di scadenza per la definizione delle pratiche di condono edilizio, previsto per la fine di quest’anno. Infatti la legge regionale n.16 del 2014 stabilisce che le domande di sanatoria presentate ai sensi della L.47/1985 e L.724/1994 “sono definite dai comuni entro il 31 dicembre 2015 “, spostando, in verità, il termine originario fissato dalla L.R. n. 10 del 2004 che era il 31.12.2006
Molti hanno pensato che il termine del 31 dicembre prossimo fosse un termine ordinatorio, (cioè che non comporta la decadenza dell’atto se non viene rispettato) e quindi le amministrazioni interessate (Comuni) potrebbero continuare a rilasciare permessi in sanatoria anche dopo tale data. Tale interpretazione, però, non è condivisa dalla Regione; infatti alcuni consiglieri regionali (Alaia, Zannini ecc.), valutando “che la maggior parte dei comuni non è riuscito e non sarà in grado di istruire le domande di condono entro il termine perentorio del 31 dicembre 2015..” (non rispettare un termine perentorio comporta la decadenza dell’atto e quindi l’impossibilità di rilasciare sanatorie oltre la data prevista attualmente dalla legge), hanno presentato una proposta di legge per spostare tale termine al 31.12.2016.
Stanti le problematiche in cui versa la Regione, con una qualche possibilità di sospensione del presidente ancora in essere e conseguente difficoltà di legiferare, anche se e’ vero che in Italia vige spesso la prorogatio de facto, è comunque lecito avere seri timori in merito.
Appare, quindi, quanto mai opportuno che l’amministrazione comunale, magari in concerto con altri comuni, faccia urgentemente un passo presso la Regione per sollecitare l’approvazione, entro la fine dell’anno, del progetto di legge per la proroga dei termini del condono.
Peraltro l’esame delle pratiche sta procedendo molto a rilento: la prima causa risiede nei tempi lunghissimi che la Soprintendenza impiega per rilasciare il parere. Infatti, dopo la nota del nuovo Soprintendente di cui si parlò qualche mese fa, sono ben poche le istanze evase e molte quelle ancora giacenti presso gli uffici del Palazzo Reale; alcune risalgono addirittura al 2014, ben oltre i tempi di legge (60 giorni secondo il Protocollo d’ intesa col Comune) .
Questi ritardi compromettono il rilascio dei condoni e fanno dubitare che sia possibile risolvere le istanze giacenti anche se il termine fosse prorogato al 2016 e oltre; cosa forse più importante ancora, questi ritardi vanificano e differiscono anche la possibilità, per il Comune, di incassare decine o centinaia di migliaia di euro per gli oneri connessi e quindi non trova spiegazione il comportamento dell’Amministrazione comunale la quale, pur lamentandosi di non poter comprare nemmeno la carta per il funzionamento degli uffici (e quindi avendo un interesse concreto e improcrastinabile nel trovare soldi), dimostra un’assoluta timidezza (e non disinteresse) nel rapportarsi con la Soprintendenza per sveltire l’esame delle pratiche e chiedere il rispetto dei tempi di legge.
Per concludere, un’amministrazione comunale sensibile e capace dovrebbe urgentemente farsi carico di questi due problemi: sollecitare la Regione ad approvare la proroga dei termini del condono; sollecitare il Soprintendente al rispetto dei tempi di legge per l’esame delle pratiche di condono, consentendo al comune di incassare moneta per il funzionamento degli uffici e ai cittadini di legalizzare i fabbricati dopo tanti anni di attesa.