L’altra sera mia figlia, che per motivi di lavoro e di studio fa la pendolare sulla tratta Procida-Napoli e viceversa, è tornata a casa molto amareggiata e preoccupata perché alla biglietteria della Caremar ha trovato la sgradita sorpresa di un aumento del 20% dei prezzi per navi ed aliscafi. E mi diceva che diventa sempre più difficile sostenere il peso economico del viaggio quotidiano, soprattutto per chi come i giovani, possiedono entrate limitate. Questa constatazione filiale, ma che certamente coinvolge tante altre famiglie di Procida, ha stimolato a passare in rassegna, nei miei ricordi retrospettivi, l’ultimo decennio riguardante l’argomento dei trasporti. Ebbene la dimensione forte che ne viene fuori è l’odierno assordante silenzio indifferente per la collettività e di chi la rappresenta. Emergono, così, nella visione flebile del tempo appena trascorso, le ombre larvate di reminescenza dantesca, di osservatori civici, comitati di pendolari, di forze politiche che, nonostante tutti i limiti, riuscivano a protestare, ad incatenarsi, ad occupare il porto e nello stesso tempo ad interloquire con le Istituzioni preposte.
Così assistiamo, tranne qualche voce isolata istituzionale, alla totale chiusura dei battenti della politica locale, maggioranza ed opposizione, quasi che non si provasse alcune interesse ad affrontare e allo stesso tempo battersi per i problemi reali e concreti dei cittadini.
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