Importante appuntamento quello organizzato dall’Associazione ICI et Là, il Comune di Procida, l’Associazione La Grande Famille de Procida & Ischia e la Regione Provenza Alpes Còte d’Azur e che vedrà protagonista le fotografie di William Guidarini in “Procida”, una rassegna che toccherà l’Istituto Culturale Italiano di Marsiglia, dal 26 novembre al 22 dicembre; Fort Napoléon de la Seyne/Mer da 9 ottobre al 14 novembre e l’isola di Procida, Chiesa di San Giacomo, dall’12 al 15 maggio.La mostra è il risultato di un lungo percorso fotografico ed umano nato con il progetto “Marseille 2003, une année en image”. Marsiglia per prima, poi la regione PACA, con il progetto “Traversé” nel 2005 e infine l’Italia, paese d’origine dell’autore. Ed è a Procida, come ci dice lo stesso artista, che lo ha condotto la sua personale ricerca, su quest’isola del golfo di Napoli dove, immerso nel quotidiano di uomini e donne, condividendo momenti della loro vita, William Guidarini, nato in francia da genitori italiani, entra nella loro intimità alla ricerca di istantanei di vita, di frammenti (nella mostra saranno riprodotte 32 foto).
Alla messa in valore di questo territorio aperto sul Mediterraneo, Guidarini aggiunge una riflessione sull’uomo che tesse il senso della sua vita durante il suo passaggio sulla terra. Questo lavoro fotografico intimistico, alla frontiera di diverse tematiche, disegna i contorni di un progetto europeo inter-regionale, verrà pienamente concretizzato quando lo sguardo dell’autore si confronterà con quello del pubblico italiano e frencese, originario delle due regioni partner.
Come ci dice William Guidarini nell’incontro che abbiamo avuto qualche giorno fà quando è stato a Procida per seguire da vicino l’organizzazione dell’evento accolta da Maria Capodanno, una delle fondatrici dell’associazione La Grande Famille de Procida & Ischia, la fotografia è lo scambio e il filo conduttore tra l’artista e il mondo. L’atto fotografico si iscrive al limite dell’incontro e della scoperta. Il tema e la relazione al paesaggio sono interessati attraverso l’architettura e la dinamica che danno al lavoro dell’autore. Permettono l’interrogazione e danno audacia di tessere dei legami con l’ignoto, per delinearsi, disegnarsi, riferirsi a se stesso.
Lavoro, conclude Guidarini, sull’identità dove il senso e la verità sono l’ossigeno per l’artista che, imbattendosi nei limiti di questo territorio, ci offre ciò che ha di più autentico, e ricerca instancabilmente la sua verità.
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