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Procida: Grande successo per il saggio di danza classico

doc e figliadi Giacomo Retaggio
Da quasi cinque lustri gli ultimi giorni del giugno procidano sono caratterizzati dallo spettacolo del Saggio di danza classica del Procida Hall: un avvenimento che, oltre a segnare quasi l’inizio dell’estate isolana, va al di là del suo contenuto scolastico per assumere un vero aspetto artistico e spettacolare. E rifletti con un po’ di malinconia che le bambine che calcavano impacciate le tavole di questo palcoscenico venti, venticinque anni addietro sono ora delle floride e piacenti signore che a loro volta sono in ansia ed assistono trepidanti alle evoluzioni delle loro figliole. Eh, si, tempusfugit! Ma il virus della danza è entrato nel loro essere causando una malattia inguaribile: la passione profonda e duratura per questa arte. Queste cose pensi, mentre, sprofondato in una poltrona di velluto rosa, ti accingi a seguire lo spettacolo. E in tutti questi anni non ne hai perso neanche uno!

La sala è colma di bella gente elegante ed ha quasi un aspetto aristocratico: l’aristocrazia nel fisico e nella mente che conferisce la danza classica. La ragazza che pratica questa disciplina, anche senza raggiungere vette eccelse, avrà sempre e per tutta la vita un qualcosa di morbidamente regale nel portamento e nelle movenze. Certo diventare una Carla Fracci è difficilissimo perché quest’ultima è l’essenza stessa della danza, quasi inarrivabile, ma non fa niente perché la gioia che da il danzare è qualcosa di intimo e profondo che queste ragazze avvertiranno per tutta la loro esistenza.

Il programma della serata è di tutto rispetto.Si inizia con la “parte tecnica” dove, sulla musica fascinosa dei valzer di Strauss, le ballerine estrinsecano il livello di bravura accademica raggiunto ed anche un osservatore superficiale si rende conto che esso è di ottima qualità, frutto della sapienza didattica della maestra Marianna Manzo, sotto la supervisione appassionata e competente del maestro Ugo Ranieri. Due nomi che ormai sono un’istituzione per la scuola del Procida Hall e che hanno permesso negli anni di raggiungere dei risultati artistici di tutto rispetto. Né bisogna dimenticare l’impegno e la fatica messi in campo dalle allieve perché la danza classica è soprattutto dedizione ed
applicazione costante.

Segue la favola di “Mary Poppins” impersonata da Giovanna Esposito con Federica Ambrosino nel ruolo di Bert; le allieve della predanza nelle parti delle Bambine, gli Spazzacamino ed i Pinguini. E’ stato uno spettacolo delizioso principalmente per la grazia e la spontaneità delle piccole danzatrici in erba. Di alto livello la “performans” delle allieve più grandi che si sono esibite nelle “Danze polovesiane” dal Principe Igor di Borodin. Le ballerine, dai bellissimi costumi, hanno saputo esprimere con la loro grazia, la delicatezza delle movenze e l’espressione compenetrata del volto tutto il fascino orientaleggiante e sensuale di questo brano del grande maestro russo. L’applauso del pubblico è venuto fuori spontaneo e scrosciante. E mentre, alla fine, la folla sciamava per le scale del Procida Hall la mente non ha potuto fare a meno di rivolgere un pensiero a Enzo Gadaleta, il fondatore, oltre venti anni fa, di questa scuola di Danza.

Fu un pioniere che credeva nei valori dell’arte, forse anche contro il parere di alcuni, ed il tempo gli ha dato ragione. E’ morto troppo presto e non ha potuto godere appieno dei fantastici risultati della sua intuizione di allora. Ma di una cosa dall’altro mondo potrà gioire: la sua idea è stata portata avanti con passione e sacrificio dalla moglie, Ausilia Scotto di Rinaldi, vero “deus ex machina” di tutta l’organizzazione, e dai figli.
Grazie di tutto e complimenti.

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