Procida: I centri dei medici di famiglia, rivoluzione copernicana.

di Michele Romano

Nel leggere che in Toscana, grazie ad un protocollo d’intesa tra la Federazione dei Medici di Base e la Regione, presto non ci saranno più medici di famiglia, perlomeno come sono configurati a tutt’oggi, anche se con il tempo le figura si è trasformata dal dottore che viene a casa ad un semplice proscrittore di ricette da ritirare in segreteria e se il cittadino sta male va, direttamente, al pronto soccorso ospedaliero.

Con questa premessa la riorganizzazione dei servizi territoriali dei medi di famiglia della Toscana è una bellissima notizia. Infatti, i medici di famiglia si metteranno insieme e così potranno nascere centri sanitari integrati molto più vicini alla popolazione di quanto non possa essere l’Ospedale. In questi centri (se ne prevedono trenta) in tutta la Toscana e dieci solo a Firenze, si faranno anche esami e radiografie, in altri termini tutto quello che serve per una diagnostica di primo livello, riducendo le visite specialistiche ed eliminando la corsa al pronto soccorso per ogni piccolo disturbo.

Questo progetto svolge una duplice funzione: la prima di andare incontro alle esigenze della spending review, la seconda è quella che i medici, mettendosi insieme con le proprie competenze, potranno assistere i cittadini molto meglio e costantemente. Inoltre, ci saranno anche meno atti burocratici che saranno condivisi e con persone preposte, ci sarà tecnologia informatica accessibile agli utenti. Per di più, chi si rivolgerà al centro sanitario potrà contare su un proprio infermiere che dovrebbe seguirlo con consigli e attenzione atti a prevenire le malattie. A ciò si aggiunge un dato importante che i medici di famiglia, insieme, avranno più tempo di studiare, perché è giusto rilevare che nessuno può fare bene questo lavoro se non si tiene costantemente aggiornato.

A questo punto ci si può porre l’interrogativo: quale l’attinenza del progetto Toscana e la nostra isola? Personalmento lo ritengo molto appropriato alla specifica peculiarità del territorio procidano, partendo proprio dalla precarietà del servizio sanitario locale e anche alla luce del contenimento della spesa da effettuare. Infatti, prendendo spunto da questo piano “Viola”, mettendo in campo tutte le proprie risorse con spirito sobrio e sagace, si potrebbe rappresentare un servizio nettamente migliore sotto l’aspetto della qualità ed efficacia e che supererebbe la pezzima comunicazione esistente tra medici di famiglia e la struttura ospedaliera tanto da rendere questo centro medico (utilizzando la cartella elettronica) sintesi ideale tra i bisogni della cittadinanza e la tecnologia ospedaliera.

Certamente, per attuare ciò, dipende esclusivamente dall’entusiasmo e dall’impegno degli operatori del settore. E qui, avventurandosi nei meandri della realtà procidana, il percorso diventa alquanto tortuoso in quanto bisogna fare i conti con una categoria che, con gli anni, si è adagiata ad essere pigra, egocentrica, a coltivare il proprio orticello di piccolo potere, a scaricare sempre su altri improprie responsabilità e, per questo motivo, bisognerebbe costruire un immane lavoro di didattica e formazione. Comunque, al di là di altre ed ulteriore considerazioni, ritengo che il cambiamento offerto da Firenze e dalla Regione Toscana, corrisponda a quello praticabile a Procida per dare un’assistenza sanitaria dignitosa e rassicurante ai suoi citanti.

Altre amene discussioni sull’argomento costituiscono fatue e deleterie chiacchiere che arrecherebbero ulteriori danni alla già precaria situazione in cui versiamo.

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Un commento

  1. *IL TUO PENSIERO ESPRIME IL NUOVO CONCETTO DI ASSISTENZA SANITARIA TERRITORIALE .CONDIVIDIAMO IN PIENO LA TUA VALUTAZIONE SULLA CLASSE SANITARIA LOCALE.CONTINUA SEMPRE A ILLUMINARCI. OPERATORI DEL SETTORE

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