Procida Lettera aperta agli organizzatori della sagra del vino

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta inviata da Lina Scotto agli organizzatori della Sagra del Vino 2009. Una donna da anni inpegnata nel sociale con l’Associazione di Volontariato MAIA, oggi parte molto attiva del Coordinamento Cittadinanza Attiva, nonchè animatrice per molti anni nella catechesi di giovani e adulti.

Una lettera che inviata diversi giorni fa è restata inascoltata e di cui ve ne diamo conoscenza per sapere cosa ne pensate.

Gentilissimi/e organizzatori della sagra del vino,

voglio augurarmi che il piccolo contributo che mi appresto a condividervi, lo possiate accogliere con la disponibilità di chi vuol fare delle proprie iniziative un opportunità di rilancio sociale del nostro territorio in termini di sostenibilità, di sobrietà, di attenzione alla vita e all’armonia relazionale di quanti partecipano.

L’anno scorso dopo una lunga riflessione con cittadini e amici del coordinamento Cittadinanza Attiva, sul degrado e sui problemi riguardanti la scarsa sensibilità per una corretta raccolta differenziata, abbiamo voluto offrire una minima opportunità di collaborazione. Si è tentato un percorso informativo per incoraggiare i partecipanti a non mettere il residuo umido nel tal quale, è stata un impresa “ciclopica’; che non ha dato il risultato sperato, ma bisogna sottolineare che i presenti avvicinati erano positivamente interessarti dell’aspetto nuovo, riguardo il differenziare .Si e tentata una sorta di indagine per un campione di persone sulla opportunità di usare materiale in mater- bi, tutti d’accordo, tranne per il bicchiere.

Appena dato il via alla serata con l’ingresso dei giocolieri e della banda c’è stato una ressa indisciplinata e le nostre povere e poche voci si sono dissolte “nell’umido” della serata.

Di sicuro le segnaletiche erano poco evidenti (per le dimensioni) di sicuro c’era bisogna di più risorse umane che stazionassero nei pressi dei bidoncini, ma si è tenuto poco conto di tanti punti che mi auguro l’organizzazione non ignori. Forse giungo troppo tardi, ma voglio sperare di no..

E’ indispensabile e prioritario fare una dettagliata escursione attraverso il percorso culinario Io che ho tentato di vigilare i pochi punti dove stazionavano i bidoncini, ho rilevato che la frazione di pasto più “abbandonato” è la pasta e fagioli, vellutata di ceci, moltissimi rustici, dolci a sproposito e pasta dell’ultima ora, come tubbetoni aglio olio e peperoncino. Sarebbe opportuno che si valorizzassero solo quei pasti preferiti che si sa, VANNO A RUBA : Pasta al coniglio e pasta con zucca e calamari, fare molti più punti di distribuzione ed evitare quei primi piatti (come dicevo pocanzi) destinati in discarica

I vari punti di raccolta rifiuti necessitano di una presenza vigile costante. I partecipanti appena vedono il sacco pieno non è che si spostano per cercarne un altro o quello meno saturo, tutto viene indiscriminatamente versato per terra o dove si trovano, sui muri, tra i rami, nella siepe dove ci sono gli scivoli si è visto di tutto, han fatto a dir poco scempio di quello spazio di verde e di gioia. Ho potuto “ammirare” “opere” di degrado e d’inciviltà,- lungo tutto il percorso, come la scala di piatti lungo i rami degli alberi .. Sarebbe auspicabile che sulla cartina percorso, fossero date anche le informazione riguardo lo sversamento, penso che è maturo il  tempo per dare spazio e attenzione a questo aspetto. Insieme agli amici presenti, abbiamo potuto verificare questi “nei” ma con un po’ d’impegno possono essere affrontati e risolti..

Quindi una vigilanza numerosa è un punto fondamentale da tenere in conto. Se ogni due o tre sacchi c’è un elemento si può ridurre a fine serata, la fatica e l ‘impegno gravoso dei volontari. Tenere presente che si può fare una buona informazione anche attraverso i punti microfonati, è necessario incoraggiare i partecipanti a mettere in essere, questi piccoli gesti, ne va di fatica e di attenzione alla vita e il tutto PREMIA!

Offrire ad ogni punto (banchetto) casse piene di acqua di rubinetto, che visto il periodo (Novembre) si mantiene fresca e non costa nulla, così da evitare sprechi di soldi e di materiale, ma soprattutto dare ai partecipanti un segno della nostra sensibilità ai problemi d ‘impatto ambientale è consumistico. Sono convinta che sia altamente encomiabile, dare priorità all’organizzazione seria attenta dei tanti punti e delle  tante situazioni “spiacevoli” che di anno in anno si vanno presentando.

Sarebbe opportuno ripensare il tichet di partecipazione.

Non è piacevole e non fa onore agli organizzatori (che tanto lavorano) constatare il malcontento di molti  partecipanti che restano a bocca asciutta dopo aver pagato…. …

Perché non organizzare la cassa  ad ogni punto? Un tichet di 2 euro a porzione

Così quando un dato piatto, primo , rustico, dolce , o quant’altro è esaurito, nessuno può reclamare, ognuno consuma quello che c’è, e paga per quello che trova. Questo può aiutare anche fare una “sintesi” delle pietanze più gradite.

Oppure, con un servizio telefonico o altro si avvisa che non bisogna più emettere tichet , (perché molto è  stato consumato) così da permettere alle persone dell’ultima ora ,di pagare un minimo al banco dove trovano ancora cibo.

Molti ci suggerivano che sarebbe bello e forse giusto offrire poche cose ma tutte della nostra tradizione culinaria, esempio

Banchetto della pasta e coniglio,

Banchetto pasta zucca e calamari.

Banchetto Pizze di scarole.

Banchetto pizze di cipolle.

Banchetto di pizzelle di baccalà.

Banchetto di fagioli e cipolle.

Banchetti dei dolci,  pochi per varietà, ma soprattutto tipici del luogo,esempio:

Banchetti solo babà.

Banchetti solo pastiere.

Banchetti solo sfogliate.

Banchetti solo roccocò.

Banchetti solo pizza dolce procidana.

E questo non andrebbe a “mortificar” la creatività delle brave massaie che preparano queste specialità, perché  ognuna le preparerebbe come è nel suo stile, nei formati, nella  composizione degli ingredienti,  nella cottura ecc.

Priorità va data all’organizzazione della vigilanza.

Persone che abbiano in dotazione buste per cambiarle al momento opportuno, così anche da essere punto di riferimento informativo. Tenere presente che di sicuro occorrono più posti tavolo, così come avviene nelle sagre che conosciamo, la gente si ferma e si evita la calca. Da non sottovalutare  che va rivisto il modello informativo e divulgativo di tale appuntamento, così come viene fatto oggi, non reggerà molto, senza un attenta analisi il sistema “scoppierà”.  Un aspetto questo, molto importante da tenere in considerazione per il futuro. Bisogna mettere un ‘freno” delle regole, altrimenti ci saranno episodi spiacevoli che non fanno onore alla manifestazione. Le sagre dovrebbero svolgersi tracciando un percorso rettilineo, per evitare la confusione che si verifica.

Grazie di cuore per la vostra accoglienza e disponibilità al confronto.

Lina

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