Procida: Natale tra gli anziani

anziani a nataledi Giuseppe Ambrosino di Bruttopilo
Il sole si staglia al centro del cielo oltre l’ampia vetrata e inonda con una luce intensa e vivificante tutto il vasto salone. Penetra tra i tavoli e le sedie, rischiara le pareti addobbate, si riflette sulle palline attaccate all’albero finto, si intrufola con prepotenza nella capanna del presepio, imporpora la piccola culla di paglia, pronta per accogliere Gesù Bambino.

Come ogni anno, a Natale, presso la casa di riposo degli anziani si prepara il presepio.

L’operatrice di turno, nel porre i pastori al proprio posto, quest’anno, ha voluto avvalersi della collaborazione dei vecchi, natale ospiziocon la giusta convinzione che le persone anziane debbano essere coinvolte proprio per farle sentire vive.

L’intuizione è stata felice.

La partecipazione è infatti corale. L’entusiasmo è talmente contagioso, che a un certo punto quasi tutti i vecchi sono attorno al presepio, come se essi, nel partecipare a questo rito antico, potessero far brillare di nuovo la luce nei loro cuori inariditi. E come un miracolo di Natale riscattare tutto il tempo dell’anno trascorso nella solitudine più deprimente.

In occasione del Natale, una nuova vita sembra rinascere nelle loro membra antiche e stanche.

Il centro del loro interesse è oggi il presepio.

Il televisore che fino ad ieri è stato compagno della loro solitudine, oggi monumento inascoltato, rimanda immagini inutili sulla bianca parete del salone

Dall’alto della sua sedia a rotelle, Antonietta, donna dall’aspetto giunonico, con entusiasmo giovanile, porge una statuetta della Madonna a colei che così pazientemente va disponendo i pastori, e quasi gliela impone.

Deve essere una statuetta, a lei particolarmente cara, un vecchio cimelio conservato sul comodino, a ricordo della famiglia che non ha più.

-Chesta ci a mettere comme Maronna: ‘a mamma mia – sottolinea, e poi rivolta a tutti gli altri vecchi, come a giustificarsi – .Sì! ‘A Maronna è ‘a mamma mia! –

– ‘A mamma toja? ‘A Maronna è ‘a mamma toja?.- Ma c’hé spiat ‘a Maronna si te vò pe figlia? – ribatte con una risata impertinente, Rosaria, simpatica nobildonna novantenne, mentre sostiene la stella cometa per la coda, con la mano tremolante per il Parkinson.

Ciro, fratello di quest’ultima, quasi sempre taciturno, osserva la scena e per la prima volta si abbandona ad una risata irrefrenabile. Forse vorrebbe aggiungere che Antonietta sembri, lei stessa. la Madonna. Ma tace. E’ stato lui a ritagliare, con pazienza, la sagoma della stella su un pezzo di cartone. E forse il suo silenzio è dovuto al ricordo dei presepi costruiti a casa sua nel passato, alla nostalgia della mamma, degli altri familiari, oggi tutti morti. E un momento di tristezza lo assale.

Fratello e sorella, soltanto loro due, di una grande famiglia, restano ancora al mondo, e ciò nonostante oggi, partecipando alla costruzione del presepio, sono contenti.

Che sia la loro contentezza il vero miracolo di Natale?

Sì , un miracolo di Natale, certamente! Una ventata di giovinezza!

Tanto è vero che pure Lucia, la più anziana di tutte, carezzando il bambinello di gesso, come fosse un suo piccolo neonato, è felice fino alla commozione, convinta, a suo dire, che lei ancora potrebbe avere figli, se non si ostinasse a respingere qualsiasi corteggiatore.

Silvana la levatrice, anch’essa novantenne, è lei a trattenere il cesto col piccolo Bambino Gesù , e poiché da quasi settanta anni ha visto nascere tanti di quei bambini, non può far altro che sorridere, anche lei divertita, difronte a tanta incredibile ingenuità.

Rosa, mamma di figli, e compagna di stanza della vecchia credulona, mentre scrive col pennarello i nomi di ciascun ospite sulle palline, sceglie la palla più grande per Lucia, e divertita per la sua geniale idea, scoppia in una fragorosa risata.

Persino Pasquale, uomo solitario per destino, alla fine si avvicina. Rimasto solo al mondo, dopo aver perso la moglie e il figlio, passa le sue giornate ad aspirare, di nascosto, una sigaretta dopo l’altra, guardando malinconico il piccolo lembo di cielo, che occhieggia a malapena al di sopra del vecchio caseggiato difronte all’ospizio.

Oggi da l’impressione di essere un altro. Vestito da Babbo Natale, allegro e pimpante , si avvicina di soppiatto alla ritrosa vecchietta, e con fare galante finge di esserne innamorato e le chiede addirittura la mano. In altre occasioni grande sarebbe stato l’ imbarazzo, ma oggi ognuno interpreta l’evento come un ulteriore miracolo di Natale.

Il più felice di tutti appare Mario. Lui è presente soltanto per annunciare la nascita di un nipotino, che porta il suo stesso nome. Ne mostra orgoglioso una immagine, e i suoi occhi felici sembrano esprimere il desiderio di porla nella capanna al posto di Gesù.

Dall’esterno giunge intanto il dolce suono della zampogna. Sono i due zampognari, che come tutti i pomeriggi, vengono a suonare nel salone.

Ed ecco apparire anche Renato, il più giovane dei vecchi. A lui, quando suonano gli zampognari, gli brillano gli occhi. Sarà per i ricordi del passato, sarà per la felicità di oggi, sarà per l’incertezza del domani. Sono comunque le sue, lacrime di nostalgia, lacrime o di gioia o di dolore, dovute sempre alla coscienza del tempo che passa.

In conclusione a Natale ognuno è felice, perché Natale, la festa più bella e attesa dell’anno, simboleggia la nascita, rappresenta il nuovo, ricorda la nascita di Gesù,

Nel periodo di Natale., molto di più che in altri momenti dell’anno, la nostra anima va alla ricerca dei valori più profondi della tradizione cristiana, in particolare la solidarietà nei confronti del prossimo, in modo particolare degli anziani e dei sofferenti.

Gli anziani sono il nostro bagaglio culturale, il nostro patrimonio.

Quelle gambe, ora tremolanti, hanno percorso tanta strada, quegli occhi ormai spenti hanno visto luce e dolore, quelle rughe sul viso rispecchiano una vita vissuta, un traguardo raggiunto! Gli anziani rappresentano la nostra Storia e noi dobbiamo averne cura

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Un commento

  1. michele costagliola

    molto bello ciò che scrivi, peppino e volevo approfittare x segnalare che a procida lavora da tempo anche l’AVO (associazione Volontari Ospedalieri) che a Procida si è specializzata nel tener compagnia alle persone che x un qualsiasi motivo vivono sole – sono tantissimi gli anziani che vivono soli ed ai quali manca la possibilità di fare 4 chiacchiere ed aveire un pò di compagnia – cerchiamo volontari: chi vuole può contattarmi 081 896 94 27 o può contattare la responsabile isolana la sig.ra Nunzia D’Orio 333 655 68 66 oppure contattare il proprio parroco

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