Sono le 18, 45 quando la nave della società di navigazione Cremar attracca al porto commerciale di Marina Grande proveniente da Calata di Massa ed è difficile, per i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, contenere le miglia di persone accorse da tutte le contrade dell’isola per stringersi forte intorno ad Giuseppe e Crescenzo e alle famiglie Lubrano Lavadera e Guardascione per far sentire il proprio calore e la propria vicinanza.
“L’accoglienza festosa che abbiamo riservato ai nostri concittadini – dice il primo cittadino di Procida, Vincenzo Capezzuto – è solo un modo per esprimere la gioia dell’intera comunità per il ritorno a casa di Giuseppe e Crescenzo, ma la vera e propria festa sarà rimandata nelle prossime settimane, per rispetto e nei confronti di due uomini provati che, giusto sottolinearlo, hanno vissuto undici mesi di prigionia per il solo fatto di essere lavoratori del mare. Da domani – conclude Capezzuto – più di qualcuno dovrà chiedersi se questo è accettabile e fare in modo, così come il Comune di Procida ha già fatto, di attivarsi ai massimi livelli per trovare le opportune soluzioni al problema della pirateria anche perché per marittimi che tornano a casa altri, come quelli della “Enrico Ievoli”, ancora sono privati della libertà.”
“Siamo contenti di riavere tra noi Giuseppe e Crescenzo dopo tanto tempo.” dice Valeria Barone , tra le maggiori animatrici di “Liberi Subito”, il movimento costituito sull’isola di Procida, costituito da volontari che, in questi lunghi mesi di attesa, ha mantenuto alto l’attenzione delle Istituzioni su di una vicenda lunga e dolorosa.
“Condividiamo con la famiglia e con i marittimi la fine di un incubo e il ritorno ad una nuova vita”. Queste le parole di don Lello Ponticelli, vice decano della Chiesa procidana, che continua: “Così come per Gennaro e Vincenzo, lavoratori del mare sequestrati e poi liberati dopo sette mesi con la “Rosalia D’Amato”, anche Giuseppe e Crescenzo, con dignità e spirito di sopportazione, hanno dovuto superare momenti difficilissimi trovando conforto e sostegno nel pensiero dei propri affetti familiari e nella Fede. Ho parlato con il Cardinale Sepe, che ha sempre seguito da vicino e con interesse, la vicenda dei nostri marittimi il quale, come promesso durante la visita in occasione di Santa Barbara, appena le condizioni lo permetteranno, sarà di nuovo sull’isola di Graziella per festeggiare il lieto evento. In questa vicenda – conclude don Lello Ponticelli – i procidani hanno dimostrato grande senso di coesione, elemento necessario per risolvere le tante problematiche che affliggono la nostra comunità.”
“Con il ritorno a casa di Vincenzo e Gennaro liberati nei giorni scorsi ed oggi con Giuseppe e Crescenzo, dice il capitano Pasquale Sabia, vice presidente del Consiglio Comunale di Procida – si chiudono, con una grossa gioia, mesi difficile non solo per la comunità procidana ma anche per l’intera categoria dei marittimi. Speriamo che la maggiore conoscenza dell’argomento e le contromisure adottate a bordo delle navi, compreso la possibilità di poter arruolare personale armato, possano quantomeno contenere un fenomeno che, chi va per mare, sa essere sempre esistito. La certezza è che i marittimi non finiranno con la pirateria.”
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