Nella notte tra sabato 13 e domenica 14 novembre nei menù dei ristoranti diventa obbligatorio offrire un nuovo servizio: l’etilometro, richiesta legittima e facoltativa del cliente che il ristoratore deve accontentare per legge (nel “Bar Capriccio” in Via Roma – Procida lo abbiamo trovato in bellavista). A Napoli, i vigili urbani, sono entrati in azione a Chiaia ed a mezzanotte ed un minuto, hanno multato per 400 euro il proprietario di un locale che si difende. “È impossibile trovarli, le farmacie ne sono sprovviste”.
Ma, nella notte tra sabato e domenica scorsa, è entrato in vigore un altro divieto, anche se esclude i ristoranti. Per i cosiddetti “esercizi di vicinato”, ossia locali come pizzetterie, paninoteche, non si possono più vendere alcolici da mezzanotte in poi con multe salate per i trasgressori.
Secondo i dati Istat, in Italia “si inizia a bere a 11 anni, contro la media europea di 13”. Dal 1998 al 2007 il consumo di alcol fuori pasto tra i 14 e i 17 anni è passato dal 12,6% al 20,5%, con le ragazze salite dal 9,7% al 17,9% e i maschi dal 15,2% al 22,7%. Questi numeri continuano a crescere nel 2009, purtroppo. Tra le motivazioni più gettonate il fatto che bere è uguale a divertimento perciò chi vorrebbe farne a meno si deve adattare bevendo per essere conformi al gruppo, per non sentirsi sfigati e al contrario per sentirsi forti e capaci in tutto. Sempre secondo i dati Istat il 7% tra i 14 e i 17 anni ammette di bere alcolici almeno una volta la settimana. La giustificazione è: “tanto bevo giusto il fine settimana, che male può farmi?”. L’Istat specifica che le bevande più diffuse nella fascia di età compresa tra gli 11 e 17 anni sono birra (18,6%), aperitivi (15,2%), vino (11,7%), amari (6,2%) e superalcolici (7,7%).
L’organizzazione mondiale per la sanità (OMS) ha chiaramente affermato che al di sotto dei 16 anni il sistema nervoso centrale non è in grado di metabolizzare l’alcol poiché queste sostanze sono tossiche e cancerogene. Si teme ancora di più per il futuro degli adolescenti quando si guardano i dati che confermano al primo posto gli italiani nella classifica mondiale di giovani alcolizzati.
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