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Cartolina dal Brasile: Epidemie VS Realismo Fantastico

luladi Rino Scotto Di Gregorio
Di Lula abbiamo già detto. Pur mettendo a repentaglio la nostra libertà di opinione, abbiamo riferito del fantasmagorico show allestito dall’ex Presidente e dal PT per incantare il popolo e gettare in pasto agli speculatori finanziari i numeri della macroeconomia. Non abbiamo taciuto di fronte alla potente macchina di corruzione sistematica ideata e messa in moto dalla cupola del Partito Lulista: oggi vediamo con soddisfazione e con buona pace di chi ci aveva censurato, che la cupola suddetta è stata condannata in blocco a varie centinaia di anni di carcere. Continuiamo a sostenere che il principale beneficiario dello schema di corruzione del PT sia ancora a piede libero tanto da essere in pista per una clamorosa ricandidatura alle presidenziali del 2014. Ovviamente parliamo ancora di sua Intangibilità Luis Inacio Lula da Silva. Ad ogni suo proclama sugli spettacolari avanzi dell’economia brasiliana, siamo stati con il popolo a ricordare la direttamente proporzionale crescita delle diseguaglianze sociali. Purtroppo il muro di gomma eretto dal Presidente Metallurgico e la sua equipe anche fuori dal paese, ha reso eretiche le nostre posizioni, faziose le nostre critiche e inutili i richiami alle emergenze umanitarie. Così, con l’avvento di Dilma Roussef, l’avatar di Lula, ci siamo messi l’anima in pace: avremmo parlato d’altro nonostante i temi sociali siano sempre drammaticamente in primo piano. Poi succede qualcosa e il REALISMO FANTASTICO iniziato da Lula e sviluppato mirabilmente almeno fino ad oggi dalla presidentessa per mostrare alla gente, con irragionevole certezza, che gli asini volano, denuncia qualche crepa. Succede che a furia di dire che il Brasile è ricco, qualcuno ha finito per crederci e ha cominciato a elevare indiscriminatamente prezzi e interessi; accade che, di fronte alla folle spesa di circa 10 miliardi di dollari per gli stadi del prossimo Mondiale di Calcio, il popolo scende in piazza contro l’aumento di 20 centavos( 08 centesimi di euro con il cambio attuale) del biglietto dell’autobus. Ma come, cari amici detrattori, membri gold del Lula Fun Club, il Brasile è tanto ricco da scaraventare nelle piazze e nelle strade milioni di cittadini per l’aumento di 20 centesimi sul biglietto dei bus? Cioè, ci avete somministrato a forza l’idea di un Brasile finalmente da Primo Mondo solo per giustificare aumenti anche su beni di prima necessità come riso e fagioli? Ci sono voluti qualche morto e centinaia di feriti per svegliare il gigante dai piedi d’argilla dal sonno indotto dal REALISMO FANTASTICO? Quanta amara sorpresa degli attuali governanti nel vedere un popolo addomesticato da più di una decada al misticismo lulista, riordinarsi in lotta per ospedali e scuole invece che inginocchiarsi al cospetto del dio-football incarnatosi nel Coppa del 2014. Nell’abbozzare una reazione, la Roussef ha partorito e abortito nel giro di pochi giorni tre proposte impallinate da giuristi come AUTORITARIE, INCOSTITUZIONALI, INAPPLICABILI. La prima: formare in fretta e furia un’assemblea costituente per fare le riforme; la seconda( estratta dal cilindro due minuti dopo l’affossamento della prima): indire un referendum per fare le alcune riforme; la terza( jolly estratto dal mazzo alla prematura scomparsa della seconda): obbligare gli studenti di medicina a donare due anni di servizio negli ospedali pubblici con la minaccia di bloccarne laurea e abilitazione con buona pace delle riforme e del millantata importazione di medici cubani rimasti invece all’Avana a fare marameo! ai ” fratelli ” brasiliani carenti di un’assistenza sanitaria appena decente. Risultato: gente in piazza sempre più inferocita e popolarità della Roussef crollata dal 62% al 30% in meno di un mese. L’Intangibile se la ride e prepara il ritorno al Planalto di Brasilia. Dal caos emerge l’invocazione di un salvatore della patria, i sondaggi lo incoronano come tale. Vincitore al primo turno, nonostante tutto. Di Lula abbiamo già detto, ma forse, malgrado i frutti avvelenati della sua politica inspirata al REALISMO FANTASTICO, dovremo parlarne ancora come ” nuovo” e acclamato Presidente della Repubblica a partire dall’anno venturo. In questi giorni agitati, Papa Francesco sarà comunque tra noi per celebrare la Giornata Mondiale della Gioventù e, ne siamo certi, a Sua Santità non sfuggiranno le istanze di popolo cattolico in costante e inesorabile declino( dall’89% al 63% i cattolici in Brasile negli ultimi 10 anni) fiaccati dall’accerchiamento delle chiese evangeliche oltre che dalla mancanza di una guida forte e carismatica. Qui i giovani lo aspettano per ricordargli che proprio in questi giorni il ricorre il ventennale della strage della Candelaria, Punto Zero di un eccidio che è diventato EPIDEMIA stando alle ultime risultanze della Mappa della Violenza pubblicata dal sociologo Julio Jacobo( O Globo, 18 luglio 2013)e dai parametri dell’OMS che definiscono come EPIDEMIA qualsiasi fenomeno patologico che coinvolga 10 individui ogni 100mila. Visto che i numeri dell’ultima ricerca parlano di ben 380 giovani su 100.000 negli stati del nord est con la maggiore concentrazione di omicidi di adolescenti tra i 14 e i 25 anni, allora siamo proprio di fronte a un fenomeno epidemiologico che muta la sua area di maggior incidenza, ma che non smette di mietere vittime. Magari il Santo Padre, dopo aver scrutato con il suo sguardo compassionevole gli abissi della disperazione sulle sponde di Lampedusa, avrebbe potuto inginocchiarsi sulle sagome degli otto ragazzini massacrati sul sagrato della Candelaria 20 anni or sono invece che rendere omaggio al governatore al Palazzo Guanabara. Ci sarebbe parso giusto che la sua visita pastorale in nome dei giovani, fosse avanzata proprio a partire dal Punto Zero di un’epidemia virulenta e attuale che tanti giovani ancora manda al cimitero il più delle volte senza benedizione né speranza di giustizia. E anche questo abbiamo detto negli anni in cui, mentre tutti celebravano un Brasile più ricco, noi e il popolo brasiliano affrontavamo un Brasile, questo sì, molto più caro.

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